Giorno per giorno disperatamente di Alfredo Giannetti – 1961-– Durata 91’ – V.M 16

13 Gennaio 2022 | Di Ignazio Senatore
Giorno per giorno disperatamente di Alfredo Giannetti – 1961-– Durata 91’ – V.M 16
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Pietro Dominici (Tino Carraio), un modesto sarto, sposato con Tilde (Madeleine Robinson), è padre di Gabriele (Nino Castelnuovo), un giovane disoccupato e di Dario (Thomas Milian), un ragazzo fragile, affetto da gravi problemi psichici. In casa il clima è squarciato dai continui accessi di follia di Dario che lo costringono frequentemente a dei ricoveri in un reparto di psichiatria. Nel corso del film, Dario, in preda ad un ennesimo stato d’agitazione, è sul punto di uccidere la madre che, per lo spavento, muore d’infarto. Il finale si chiude con Pietro che, s’incammina verso l’ospedale per andare a far visita a Dario, ricoverato nuovamente in un reparto di psichiatria.

Giannetti dirige una pellicola coraggiosa e, con affilata precisione, descrive il dramma quotidiano che si vive in casa Dominici. Da un lato assistiamo ai tormenti del giovane Dario, ossessionato dall’idea di aver deluso la madre perché non riesce a studiare; dall’altro Tilde, una madre-coraggio che ha sacrificato la propria vita per stare al fianco del figlio sofferente e che non s’arrende di fronte alla sua evidente malattia. In una scena simbolo, dopo aver letto su una rivista di una nuova cura messa a punto da un luminare a Vienna, convince il marito a chiedere un prestito al suo ex principale per tentare l’ultimo viaggio della speranza. A completare il quadro la tenera caratterizzazione di Gabriele, un ragazzo che trova lavoro, s’innamora di Marcella (Franca Bettoja) che, pur ricambiando il suo affetto, cede alle lusinghe del principale. Con garbo, il regista descrive il rapporto ambivalente che Gabriele nutre nei confronti del fratello malato. In una scena clou, Dario s’impossessa di un coltello e si barrica nella propria stanza. Gabriele che ha notato la scena, tace, sperando, in cuor suo, che il fratello possa togliersi la vita. Sommerso dai sensi di colpa, irrompe nella camera di Dario, gli strappa di mano il coltello ed, accusato dalla madre di aver attentato alla vita del fratello, è cacciato di casa.

Con mano sicura Giannetti descrive le scomposte reazioni dei vicini di casa di fronte alle crisi psicotiche di Dario,  gli infermieri e portantini che spillano i soldi a Tilde che fa di tutto per rendere meno duro il ricovero del figlio. Sullo sfondo il reparto di psichiatria, classico luogo di cura con infermieri che assomigliano più a dei secondini ed i ricoverati che, ormai indementiti, passeggiano con  lo sguardo nel vuoto in un recinto. Da antologia le scene della “cattura” di Dario con gli infermieri che irrompono con la forza in casa sua, sventolando la più classica delle camicie di forza.

Per i rimandi filmografici, le schede film ed un esaustivo approfondimento sul tema si rimanda ai volumi “Cinema Mente e Corpo” e “Cinema (italiano) e psichiatria” di Ignazio Senatore – Zephyro Edizioni.

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