Giovannnona coscialunga disonorata con onore di Sergio Martino – Italia – 1973 – Durata 94’

9 Luglio 2024 | Di Ignazio Senatore
Giovannnona coscialunga disonorata con onore di Sergio Martino – Italia – 1973 – Durata 94’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Sicilia. Un solerte pretore scopre, per caso, che la fabbrica di formaggi di Roccapizzo, di proprietà del commendator La Noce (Gigi Ballista), un industrialotto del Nord, inquina un fiume.

Per non finire sotto inchiesta, l’imprenditore decide di andare alla ricerca di una protezione politica e, su suggerimento di un monsignore locale, individua nell’onorevole Pedicò (Vittorio Caprioli), il potente di turno da corrompere.

Albertini (Pippo Franco), fido ragioniere del commendatore, scoperto che l’onorevole Pedicò ha un debole per le mogli degli altri, contatta Cocò (Edwige Fenech), prosperosa prostituta, e la fa passare per la moglie del commendatore.

Si ritroveranno tutti insieme “casualmente”, su un treno e, naturalmente, alla vista della provocante Cocò, l’onorevole Pedicò strabuzzerà gli occhi e proverà a sedurla.

Giunti alla stazione di Roccapizzo, l’onorevole invita Cocò e il commendatore a casa sua mentre Albertini, spedito a Roma, dove trova ad attenderlo Robertuzzo (Riccardo Garrone), il protettore di Cocò, che, fiutato l’affare, va a casa della moglie di La Noce (Danika La Loggia) e spiffera tutto.

La donna, ferita nell’orgoglio, decisa a sbugiardare il marito, parte con lui per la Sicilia. Il finale non può essere che pirotecnico.

Film, diventato oggetto di culto, tra i primi a dare il via al successo della cosiddetta “commedia sexy all’italiana”.

A ben vedere, la Fenech si spoglia di sfuggita solo in un paio di scene e il regista, più che mostrarla come un sensuale oggetto di desiderio, le cuce addosso il divertente personaggio di Cocò, una burina svampita e un pò tonta che s’innamora perdutamente dello sventurato Albertini.

Più che sulla giunonica bellezza della Fenech, già interprete, assieme a Pippo Franco, l’anno precedente de Quel gran pezzo dell’Ubalda tutta nuda, tutta calda, diretta da Mariano Laurenti, il segreto del successo del film è legato a una girandola di equivoci.

Martino (Spogliamoci così, senza pudor, 40 gradi all’ombra del lenzuolo, Zucchero, miele e peperoncino, Cornetti alla crema, Occhio malocchio prezzemolo e finocchio. Spiando Marina, Graffiante desiderio…), infatti, impreziosisce la narrazione con una serie di divertenti trovate; Albertini è balbuziente e Cocò, (doppiata da Rita Savagnone), si esprime solo in dialetto ciociaro.

Non pago, il regista punta su delle stereotipate, ma indovinate caratterizzazioni: Eufemia (Adriana Facchetti) è la segretaria “racchia” e assatanata, innamorato segretamente dell’onorevole; Mary Pecicò (Francesca Romana Coluzzi), moglie timorata dell’onorevole è sul punto di cedere alla corte del commendatore; Armando Bandini, è l’omosessuale che Pedicò, palpeggia, per errore. al buio nel vagone del treno credendo fosse Cocò.

Come sempre travolgente Francesca Romana Coluzzi, che dopo il successo in Venga a prendere il caffè da noi di Alberto Lattuada, diventa, dopo questo film, una delle caratteriste più gettonate della commedia sexy.

Esordio nella commedia sexy anche per Vincenzo Crocitti, anche lui una presenza costante nel filone, anche se sempre in ruoli di contorno, in tante commedie sexy, come Il trafficone di Bruno Corbucci (1974), La ragazza alla pari di Mino Guerrini (1976), Avere vent’anni di Fernando Di Leo (1978), La supplente va in città di Vittorio De Sisti (1979) e i vacanzieri La settimana bianca e La settimana al mare di Mariano Laurenti.

Il film è diventato di culto. Infatti, ne Il secondo tragico Fantozzi di Luciano Salce (1976), gli impiegati si ribellano al cinefilo Guidobaldo Maria Riccardelli, che li costringe a vedere, per l’ennesima volta, La corazzata Potemkin di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn e lo obbligano a vedere L’esorciccio e Giovannona coscialunga.

Curiosità: il titolo originale doveva essere Un grosso affare per un piccolo industriale.

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “La commedia sexy alla napoletana Enzo Cannavale, Vittorio Caprioli Carlo Giuffrè”, edito da Il Foglio Letterario – 2024

 

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