Gli uccelli (The Birds) di Alfred Hitchcock – USA – 1963 – Durata 120’ – V.M 14

19 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore

Melania (Tippi Hedren) ragazza ricca ed inquieta si trova per caso in un negozio di animali a Bodega Bay, una piccola cittadina a nord di San Francisco.

Colpita dal fascino di Mitch Brenner (Rod Taylor), un brillante avvocato, finge di essere una commessa e prova a vendergli una coppia di pappagallini, comunemente soprannominati “gli inseparabili” o “gli uccellini dell’amore”.

Mitch sta un po’ al gioco, ma poi si allontana dal negozio. Cocciuta e testarda, Melania decide di consegnargli di persona la coppia di uccellini e si spinge fino ala casa dove lui vive con la madre (Jessica Tandy) e la sorellina Cathy (Veronica Cartwright).

Al suo arrivo in quel tranquillo angolo di paradiso, Melania è ferita al volto da un gabbiano ed, in un crescendo sempre più inquietante, qualche ora dopo, centinaia di corvi, come impazziti, aggrediscono con ferocia i bambini all’uscita della scuola, beccandoli sugli occhi.

Nella piccola cittadina il panico cresce sempre più alla notizia che gli uccelli hanno straziato orribilmente un uomo e che hanno iniziato ad attaccare gli abitanti fin dentro le loro abitazioni.

Anche la fattoria di Mitch è invasa dagli uccelli e Melania, aggredita da uno stormo di corvi, dopo aver riportato numerose ferite al volto, si salva  per miracolo.

Sul finale da incubo, Micht, riesce  a mettere in salvo la madre, la sorellina e Melania ed, abbandonata la fattoria, lasciando dietro di sé migliaia di uccelli che restano appollaiati, immobili, sui tetti.

Al di là delle infinite interpretazioni sottese alla pellicola, ne Gli uccelli, Hitchcock dirige uno dei suoi film più inquietanti, enigmatici ed oscuri di tutta la sua impareggiabile produzione.

La pellicola alla sua uscita non fu accolta benevolmente da parte del pubblico e dalla critica, ma è rimasta definitivamente impressa nell’immaginario collettivo per la sua straordinaria potenza visiva.

La prima parte risulta abbastanza lenta e monotona e si dipana intorno allo strenuo tentativo di Melanie di sedurre Mitch, L’ingresso in campo degli uccelli muta di colpo il clima donando alla pellicola un tocco angosciante, claustrofobico ed apocalittico.

Il maestro del brivido non offre alcuna spiegazione su cosa abbia spinto gli uccelli ad assalire la popolazione, ma l’idea già inquietante di per sé che dei volatili vogliano uccidere gli uomini è amplificata dall’ipotesi che essi agiscono seguendo un piano astuto e diabolico; dopo aver colpito le prede, scompaiono e poi si riuniscono per aggredirle nuovamente.

Hitchcock lascia sullo sfondo lo scavo psicologico dei personaggi ma accenna alla dolorosa infanzia di Melania, abbandonata dalla madre quando aveva cinque anni e descrive la madre di Mitch come una donna asfissiante ed assillante, incapace di trasmettere amore al figlio e gelosa di tutte le donne che gli ronzano intorno.

Memorabili le scene degli uccelli che invadono la fattoria di Mitch entrando dalla cappa del camino, l’assalto dei corvi agli alunni all’uscita di scuola ed a Melania barricata in casa.

Straordinari i trucchi animati di Ub Iwerks e la colonna sonora di Bernard Herrmann composta solo da rumori e da strida di uccelli.

Tratto da un racconto di Daphne du Maurier, scrittrice che Hitchcock aveva già portato sullo schermo con Rebecca e La Taverna della Giamaica e sceneggiato da quel genio di Ed McBain, con lo pseudonimo di Evan Hunter.

Recensione pubblicata su www.pol.it

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