I re e la regina (Rois et reine) di Arnaud Desplechin – Francia- 2004

29 Novembre 2024 | Di Ignazio Senatore

Nora (Emanuelle Devos) è incinta; Pierre, il giovane amante, litiga con lei ed esasperato dai suoi comportamenti, si spara un colpo di pistola in pieno petto.

Il padre (Jean-Paul Roussillon) di Nora, famoso scrittore, ricostruisce l’oscuro incidente e si rende conto che la figlia gli ha celato qualche importante particolare ma, per evitarle dei problemi con la giustizia, le suggerisce un’inattaccabile linea di difesa.

Nasce il piccolo Elias e Nora imbastisce una tormentata relazione con Ismaël (Mathieu Amalric), uno squinternato suonatore di viola che si prende cura del bambino. Qualche anno dopo, l’inespugnabile, fredda e controllata Nora, ormai trentacinquenne, dopo aver rotto con Ismaël, decide di sposare Abel, un ricco uomo d’affari, che non ama.

Ismaël, dopo aver tentato un paio di suicidi, è internato in manicomio ed è affidato alle cure dell’algida ed impenetrabile dottoressa Vasset (Catherine Deneuve).

Ciononostante Nora gli chiede di adottare Elias.

Sul finale l’anziano genitore di Nora, affetto da un male incurabile muore, Ismaël è dimesso dal manicomio e Nora…

Film diviso in più quadri, che ruota intorno al tema delle emozioni negate ed inespresse.

Nonostante la malattia del padre di Nora pesi come un macigno sulla fruizione del film, il regista (Racconto di Natale, Jimmy P, I miei giorni più belli…) si tiene lontano dalle strizzate di cuore e indeciso se impaginare un dramma o una commedia, sceglie di situarsi nel mezzo, giocando tutto sul contrasto tra l’autocontrollo e la freddezza di Nora e l’esplosione e l’effervescenza di Ismaël.

Il regista impagina una trama un po’ cervellotica e stempera i dialoghi fino a renderli impalpabili ed inconsistenti.

Ed in questo stato di perpetua partenza dal racconto, risiede (forse) il fascino del film che penetra soprattutto per il malsano e conflittuale rapporto tra Nora ed il padre, un genitore che, fin da piccola, le ha insegnato a non mostrare i sentimenti e che “essere amata è non dover chiedere”.

Sul finale, inaspettatamente, Nora s’imbatte, per caso, in alcune pagine dell’ultimo romanzo/diario del padre ed è gelata dalle sue agghiaccianti annotazioni.

Dopo essersi concessa un attimo di abbandono e di smarrimento, con mano ferma e sicura, strappa quelle pagine al vetriolo che brucerà, il giorno del matrimonio, in un fuoco purificatore.

Il titolo del film fa riferimento alla regina (Nora) ed ai suoi re; il padre, il figlio, Ismaël e Pierre.

 

Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024

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