“Il caso Braibanti” in gara per il David

29 Gennaio 2021 | Di Ignazio Senatore
“Il caso Braibanti” in gara per il David
Senatore giornalista
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“Il caso Braibanti”  di Carmen Giardina e del napoletano Massimiliano Palmese, è uno dei doc selezionati, su centocinquanta, per i David di Donatello. Una vicenda che si snoda dal processo, svoltosi nel 1968, nella persona di Aldo Braibanti, filosofo, poeta ed ex partigiano, accusato da Ippolito Sanfratello, di aver plagiato Giovanni, il figlio ventunenne che, dopo essere stato ricoverato in una clinica privata per disturbi psichiatrici, fu recluso in manicomio, contro la sua volontà, e dimesso dopo quindici mesi di internamento e con l’obbligo di attenersi ad una serie di assurde clausole. Dopo il processo durato 4 anni, Braibanti fu condannato a nove anni, che in appello divennero sei (e poi due gli furono condannati, perché partigiano). Si mobilitarono in sua difesa Moravia, Eco, Pasolini e Marco Bellocchio. In realtà, secondo alcuni, in questa sorta di processo alle streghe, Braibanti fu condannato solo perché “gay e comunista.” Attraverso le testimonianze di Piergiorgio Bellocchio, Lou Castel, Dacia Maraini e di Ferruccio Braibanti, nipote di Aldo, è possibile ripercorrere una vicenda dimenticata, che al tempo fece enorme scalpore. Prodotto da Pivio Pischiutta per Creuza srl.

Articolo pubblicato su il Corriere del Mezzogiorno – 29.1.2021

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