IL COMMISSARIO PEPE di Ettore Scola – 1969

31 Dicembre 2016 | Di Ignazio Senatore
IL COMMISSARIO PEPE di Ettore Scola – 1969
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Sommerso dalle lettere anonime spedite da Parigi (Giuseppe  Maffioli), uno strambo mutilato di guerra, il dottor Antonio Pepe (Ugo Tognazzi), commissario di polizia in una tranquilla cittadina del nord Italia è “costretto” a svolgere un’indagine su alcuni concittadini. Scoprirà che Silvia (Silvia  Dionisio), diciassettenne figlia del prefetto, per mantenere l’amante (Gino Santercole), si prostituisce con il figlio di un conte che dà lavoro a duemila operai; la contessa Norma (Elena  Persiani), presidentessa di un ente assistenziale, organizza orge nella propria villa; un’ex manicure Maristella (Véronique  Vendell) convive con dieci studenti minorenni; la sorella di un vice commissario si prostituisce in una piccola pensioncina gestita da due anziani; il preside della scuola, ex fascista, adesca giovani adolescenti nelle toilette ed un medico affermato di fama nazionale ha una relazione con il giovane portiere della squadra di calcio locale. Il commissario comprende che ha in mano un pamphlet scottante che, se venisse alla luce, creerebbe il massimo scompiglio in città. Quando va dal suo superiore, questi, per evitare lo scandalo, dopo avergli promesso la promozione, lo invita a proseguire l’indagine ma a depennare dal fascicolo i nomi dei notabili del luogo. Pepe non gli darà ascolto e, dopo aver bruciato il fascicolo, deluso e disgustato, chiederà il trasferimento. Il suo  dopo aver scoperto che anche Matilde (Marianne  Comtell), la donna con la quale aveva una relazione da cinque anni, non era uno stinco di santo.

Con mano ferma, Scola dirige un film che mantiene a distanza del tempo tutta la sua freschezza e lucidità. Il regista affonda le unghie nei vizi e nelle debolezze della piccola città di provincia ed il suo sguardo impietoso non risparmia le critiche ad una borghesia marcia e malata, al Vaticano, alla scuola, alla polizia ed gli alti poteri dello Stato. Tognazzi offre una  prova quanto mai misurata e nel cast variegato spicca Giuseppe  Maffioli, un convincente barbone anarchico e ribelle contestatario.

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