“Il santo di carne”, doc di Giuseppe Alessio Nuzzo su Sant’Alfonso Maria de LIguori

15 Novembre 2024 | Di Ignazio Senatore
“Il santo di carne”, doc di Giuseppe Alessio Nuzzo su Sant’Alfonso Maria de LIguori
Senatore giornalista
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“Tu scendi dalle stelle….” Chi non ha mai cantato questa deliziosa canzoncina natalizia? Non tutti sanno, però, che a comporla è stato Alfonso Maria De Liguori.

Nel suo doc “Il santo di carne”, presentato in anteprima qualche giorno fa, nell’ambito del Tertio Millennio Film Festival, il regista Giuseppe Alessio Nuzzo, ripercorre la vita del santo.

Nato a Marianella, 27 settembre 1696, primogenito di una nobile famiglia napoletana. Alfonso fu Indirizzato dal padre agli studi di letteratura, pittura e musica. A sedici anni, grazie a una dispensa, divenne avvocato e, allievo di Gianbattista Vico, affinò la sua eloquenza.

Sul punto di prendere in moglie Teresa, Alfonso andò in crisi e, abbandonati i salotti napoletani, dedicò la propria vita al Signore. Ordinato sacerdote a ventisette anni, abbracciò la povertà e decide di evangelizzare gli ultimi.

Ed è proprio il contatto con le persone semplici e poco istruite che lo spinse a comporre canzoncine che rendono più comprensibili i misteri della fede. Autore di testi teologici molto apprezzati, nominato vescovo di Sant’Agata de’ Goti, morì a Pagani il 1º agosto 1787.

Nuzzo arricchisce il doc con la voce fuori campo di Enrico Lo Verso, che compare in alcune scene nei panni del santo, e lascia che ”Quann’a felicità nun a vir cercal arint”, magico brano di Enzo Avitabile, chiuda la narrazione.

Nel doc si susseguono le interviste a studiosi e prelati che discettano sulla figura del santo. In questa autobiografia immaginaria, in sala il 5 dicembre, il racconto è diviso in 7 capitoli: L’uomo; Il Sacerdote Missionario; Il Teologo Nuovo; L’Artista; Il Vescovo; L’Umorista; Il Mentore.

Il titolo del doc, infine, rimanda a una frase di Alfonso che, prima di morire, dichiarò: “Non chiamatemi santo, perché ancora oggi sono un uomo di carne.”

Aritcolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno – 15.11.2024

 

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