Il favoloso mondo di Amélie (Le fabuleux destin d’Amélie Poulain) di Jean-Pierre Jeunet – Francia- 2001

16 Dicembre 2024 | Di Ignazio Senatore

Amélie Poulain (Audrey Tautou), giovane cameriera in un bar-tabacchi di Montmartre, conduce una vita senza scosse.

La madre è morta a seguito di un paradossale incidente (è stata schiacciata sul sagrato di una chiesa da una suicida che si è lanciata nel vuoto) e il padre Raphael (Rufus), medico in pensione, trascorre una vita grigia e piatta con la sola occupazione di dipingere i nanetti di gesso della favola di Biancaneve collocati in giardino.

Dopo aver trovato in casa una scatoletta che era appartenuta un tempo ad un bambino, rintraccia il proprietario, ormai adulto, rendendolo sommamente felice, Amélie si convince che il suo destino (come evoca il titolo originale del film) sia quella di allietare la vita degli altri e difendere i deboli e gli indifesi dai prepotenti.

Amélie allora prova a far nascere l’amore tra Georgette (Isabelle Nanty), malata immaginaria, addetta nel bar alla vendita dei tabacchi e Joseph (Dominique Pinon), uno strano tipo divorato da una patologica gelosia.

Dopo aver dato una bella lezione a Collignon (Urbain Cancelier), un fruttivendolo che maltratta e offende continuamente Lucien (Jamel Debbouze), il giovane aiutante un po’ ritardato, Amelie s’innamora di Nino (Mathieu Kassovitz), uno strano tipo che colleziona le foto tessere che le persone strappano e gettano via.

Pellicola campione d’incasso (non solo in Francia) dotata di una fantasia, di un’originalità e di una freschezza senza eguali che conquistò gli spettatori che accorsero al tempo in sala.

Con questo film corale, ricco di candore e di voglia di vivere, sullo sfondo di una Parigi luminosa, Jeunet mette al centro della narrazione la “favolosa” Audrey Tautou, faccino acqua e sapone, perfetta nel ruolo di una sognatrice, dal cuore d’oro.

A farle da cornice una serie di personaggi bizzarri e stravaganti: Suzanne (Claire Maurier), proprietaria del bar, Gina la cameriera, Hipolito (Artus de Penguern), scrittore fallito. Madeleine (Yolande Moreau), una portiera che si strugge per la morte del marito e Raymond (Serge Merlin), soprannominato “l’uomo di vetro”, per la fragilità delle sue ossa che da venti anni dipinge lo stesso quadro di Renoir.

Con poche pennellate e grazie a dei dialoghi calibrati alla perfezione, il regista di Roanne ci offre un universo variopinto, costituito da personaggi sconfitti, ma non infelici.

Non mancano perle di saggezza, delle trovate geniali da un punto di vista stilistico e Jeunet impreziosisce ancor più la pellicola facendo ricorso alla grafica ed al cinema d’animazione.

Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024

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