Il portaborse di Daniele Luchetti – Italia – 1991

21 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Il portaborse di Daniele Luchetti – Italia – 1991
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Luciano Sandulli (Silvio Orlando), professore di lettere di un liceo della Costiera Amalfitana, fidanzato con Irene (Angela Finocchiaro), insegnante trasferita a Bergamo, vive in uno storico palazzo, dove una notte vi dormì Carlo Pisacane, che cade a pezzi.

Per arrotondare il magro stipendio fa il ghost-writer per Sartorio (Renato Carpentieri), intellettuale in crisi, per il quale scrive romanzi ed articoli che sono pubblicati su quotidiani nazionali. La sua bravura giunge all’orecchio di Cesare Botero (Nanni Moretti), ministro delle Partecipazioni Statali, che lo convoca e gli affida il compito di scrivere per lui i discorsi e le dichiarazioni ufficiali.

Seppur a malincuore Sandulli si trasferisce a Roma e va a rimpinguare la schiera di portaborse del ministro composta dal fedelissimo Remo Gola (Lucio Allocca), dalla dolce e sensuale Juliette (Anne Roussel), dal segretario particolare Polline (Antonio Petrocelli), da Adriana (Gianna Paola Scaffidi) e dal maturo ed esperto Sebastiano Tramonti (Graziano Giusti).

Luciano ha stile, è abbastanza creativo e ben presto attira la stima e la simpatia del ministro che, per riconoscenza, gli regala una fiammante BMW decappottabile, trasferisce Irene a Roma e, dopo aver dichiarato monumento nazionale la sua casa in costiera, la fa restaurare a spese dello Stato. Polline é arrestato.

Luciano, scopre, giornoa dopo giorno, gli intrighi e gli inganni orditi dal cinico e spregiudicato ministro e, sempre più indignato, abbandona l’incarico. Carissimi (Dario Cantarelli), un povero diavolo, svela a Sebastiano Sanna (Giulio Brogi), un giornalista d’assalto, come aveva contraffatto le schede elettorali per favorire il ministro.

Scoppia lo scandalo ma Botero ha le spalle larghe e, dopo essere stato rieletto, sereno e tranquillo, in un’intervista televisiva comunica che il giornale, di cui Sanna era il direttore, ha cessato le pubblicazioni e che, grazie al proprio impegno, la “locomotiva Italia” continuerà a correre.

Film che ha fatto epoca, eletto manifesto-simbolo dell’Italietta che fu travolta nel 1992  dallo scandalo di Tangentopoli. Sorretto dagli inseparabili Rulli e Petraglia, il regista impagina una pellicola che punta il dito contro il malcostume imperante e gli intrallazzi che regola(va)no la vita politica nostrana.

Luchetti, con affilata precisione, fotografa quel misero sottobosco composto da galoppini e portaborse che contornano i politici nostrani e svela, impietosamente, gli squallidi giochi di potere che celano le spartizioni delle presidenze dei consigli d’amministrazione delle grandi aziende, la compravendita dei voti.

Luchetti contrappone all’idealista e candido sognatore Sandulli, l’ambiguo e spietato Botero, un uomo che, dietro una facciata di rispettabilità, non si fa scrupoli di corrompere funzionari, di tessere trame oscure e di usare il denaro pubblico a scopo clientelare.

Per rendere più graffiante la vicenda, Luchetti  carica i due protagonisti e descrive Botero come un politico arrogante, isterico ed irascibile e Sandulli come un professore troppo ingenuo ed eccessivamente sprovveduto. Orlando, al suo primo ruolo da protagonista, ammanta di quel giusto candore il suo personaggio e Moretti, nella doppia veste di attore e produttore, è magnetico e carismatico.

Nel cast Silvia Cohen nei panni della moglie di Botero, Guido Alberto in quello di Carlo Sperati, un poeta che morirà, suicida, in miseria e Roberto De Francesco in quello di Zollo, alunno prediletto di Luciano, anche lui ormai corroso dal germe della corruzione. Prodotto dalla Sacher Film di Moretti – Barbagallo.

 

Per l’intervista completa a Daniele Luchetti, l’antologia della critica e della critica online del film si rimanda al volume di Ignazio Senatore: “Daniele Luchetti racconta il suo cinema” – 2014 -Falsopiano Editore.

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