Il settimo velo di Compton Bennett – G.B – 1945

6 Gennaio 2019 | Di Ignazio Senatore
Il settimo velo di Compton Bennett – G.B – 1945
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Francesca (Ann Todd) fugge da una clinica privata e tenta il suicidio, gettandosi in un fiume. La donna, prontamente soccorsa, in preda ad uno shock, è accompagnata nella propria abitazione. Il giovane dottor Larsen, è chiamato a visitare la paziente, ormai paralizzata ed in uno stato catatonico e la ipnotizza.

La paziente inizia a regredire e grazie a dei flashback, si scopre quale identità si nasconde dietro la protagonista. La donna, orfana da piccola, era stata affidata a suo zio Nicola (James Mason), un uomo ricco, scapolo e costantemente accigliato. L’uomo si prende cura della ragazzina e l’aiuta a coltivare la sua passione per la musica e per il pianoforte. Francesca frequenta così il Conservatorio dove conosce Mario, un simpatico studente che, per diletto, suona ogni sera in un piccolo localino notturno. Tra i due scocca l’amore e quando la donna comunica allo zio la decisione di sposare Mario, Nicola le risponde freddamente che è ancora sotto la sua tutela e che l’indomani deve partire con lui per Parigi, per perfezionare i suoi studi. Grazie al suo naturale talento per la musica, Francesca diviene ben presto un‘affermata pianista. Ma l’amore è sempre in agguato; Francesca s’innamora di un giovane pittore e scappa con il lui. Un incidente d’auto interrompe la loro fuga. Corrosa dai sensi di colpa, per aver abbandonato lo zio, Francesca rimane vittima di una paralisi isterica che non le permette più di suonare. In un finale strappalacrime, la donna, dopo essere stata guarita dal giovane dottore, scoprirà l’amore “negato” che la legava a Nicola.

Il film alterna momenti di grande impatto emotivo a dei lenti e noiosi passaggi narrativi. Melò, confezionato, in grande stile, che ruota intorno allo svelamento finale del film: Francesca, che per tutta la vita ha soffocato l’amore per zio Nicola, grazie all’ipnosi, comprende per chi batteva il suo cuore. Ed è proprio nel finale affrettato ed incerto, che è il più gran limite del film. Non convince, infine, ed appare poco comprensibile la soluzione magica della vicenda (dagli evidenti risvolti edipici). La cura ipnotica è soltanto un pretesto per poter ripercorrere a ritroso le vicende della protagonista e compare solo all’inizio ed alla fine del film. Il giovane dottore, nel complesso, riesce a ritagliarsi uno spazio molto professionale e (per fortuna) non s’innamora della paziente. Ann Todd offre una recitazione intensa (ma quando è costretta a recitare la parte di Francesca bambina ed adolescente appare ridicola e frastornata). James Mason, nella parte del perfido zio, offre il meglio di sé. Oscar per la migliore sceneggiatura.

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