Vincenzo Lo Russo (Carlo Giuffrè), sposato con Angelina (Rita Calderoni) e padre di un paio di pargoletti, sbarca il lunario come magliaro.
Un giorno incontra Laura (Tina Aumont), un’avvenente signora che l’invita a casa sua per un appuntamento galante. Sopraggiunge il marito, e Vincenzo, nascosto in un armadio, è costretto ad ascoltare i loro gemiti.
Dopo aver amoreggiato con la moglie, l’uomo gli confessa che non può far l’amore con la consorte, se non la sorprende a letto con un altro.
Gli svela, inoltre, che era giunto a questa soluzione dopo aver letto un volume scritto dai coniugi Master e Johnson, due famosissimi sessuologi americani, diventati miliardari per aver aperto una clinica per la cura dei disturbi sessuali.
Dopo aver ricevuto un lauto compenso, Vincenzo si congeda e, assunta l’identità del dottor D’Angelo, spalleggiato dal fido Gennaro (Enzo Cannavale), apre a Roma una clinica per la cura dei disturbi sessuali.
L’idea funziona e, ben presto, il sedicente dottor D’’Angelo si trova a dover risolvere i problemi di soggetti affetti dalle patologie sessuali più disparate.
Per ognuna di esse, l’eclettico e fantasioso dottore, dopo essere andato a letto con le clienti, suggerisce una cura, che pur essendo bizzarra e priva di qualsiasi fondamento scientifico, risulta appropriata.
Il conte Everardo (Renzo Marignano), un uomo fin troppo gentile, elegante e affettato, gli confida che la moglie (Liuba Subcova), si rifiuta di far l’amore con lui.
Scoperto che la contessa si eccita solo se umiliata e se qualcuno le rivolge frasi oscene, D’Angelo suggerisce al marito di picchiarla e ricoprirla di insulti.
Al ragioniere Scardocchia (Lino Banfi), che si eccita con la moglie (Irina Maleeva), solo se è in una situazione di pericolo, ogni qual volta vuole fare l’amore con la moglie, consiglia di tenere in camera da letto un feroce cane lupo, legato con una catena, che gli abbaia contro.
Dopo aver sbloccato psicologicamente Virginia (Adriana Asti), una donna frigida, che da quattro anni non ha rapporti sessuali con il marito, Vincenzo soddisfa Rosalia (Marilù Tolo), moglie di un barone siciliano, affetto da una grave forma di eiaculazione precoce.
Completamente assorbito nel lavoro, Vincenzo trascura sessualmente la moglie che vive a Napoli. Esasperata, lei chiede un appuntamento al famoso dottore e, scoperta la lucrosa attività del marito, lo affiancherà nelle terapie sessuologiche.
Commedia che prova a trattare, in maniera divertente, i disturbi della sfera sessuale. “Non esistono donne frigide, ma soltanto uomini sessualmente ignoranti” è la frase appesa in un quadretto dello studio del sedicente dottore.
Il regista evita scivoloni e cadute di stile e, nonostante il tema possa apparire scabroso, come in ogni commedia che si rispetti, ammanta le scene erotiche di un tocco ironico e scanzonato.
Non mancano le sequenze davvero esilaranti, come la spiegazione che il dottor D’Angelo fornisce a una coppia alla quale mostra gli errori che il marito (Massimo Dapporto all’esordio al cinema) compie nel far l’amore con la moglie, grazie all’utilizzo della moviola, dispositivo in gran voga al tempo nel corso de La Domenica sportiva, nota trasmissione televisiva che, grazie a dei fermi immagine, mostrava falli di gioco ed eventuali fuorigioco non sanzionati dagli arbitri.
Corbucci inanella una serie di scenette che strappano più di un sorriso e punta su Giuffrè, che si rivolge ai suoi assistiti con un linguaggio che è un melange di napoletano e termini scientifici, a dir poco maccheronici.
L’attore napoletano sfodera una delle migliori interpretazioni ed é supportato da Cannavale, che gli tiene saldamente testa. Rita Calderoni, ritorna alle commedie sexy dopo Quando le donne si chiamavano Madonne di Aldo Grimaldi (1972) e Tina Aumont è reduce di Racconti proibiti…di niente vestiti di Brunello Rondi (1972).
Pamela Villoresi, allora diciasettenne, alla sua unica apparizione nel genere, nel film è la moglie di Bastiano Taddei (Vincenzo Crocitti), un pecoraro ipodotato sessualmente, al quale il fido Gennaro appone dei pesi per allungare il pene.
Peccato che, per l’eccessiva trazione, il suo membro si staccherà. Nel cast anche Gianni Agus, nel ruolo dell’onorevole Bonifazio Rivolta che ha una relazione con il trans Valentina (Juan Fernandez) ed è geloso del collega Licanzi (Bruno Corbucci) che, a suo dire, fa gli occhi dolci all’amato.
Curiosità: il film doveva chiamarsi L’erotista ma poi il titolo fu scartato perché era in uscita, in quello stesso anno L’erotomane di Marco Vicario.
Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “La commedia sexy alla napoletana Enzo Cannavale, Vittorio Caprioli Carlo Giuffrè”, edito da Il Foglio Letterario – 2024
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