Incubi notturni di Basil Dearden, Alberto Cavalcanti, Robert Hamer, Charles Crichton – 1945

12 Giugno 2015 | Di Ignazio Senatore
Incubi notturni di Basil Dearden, Alberto Cavalcanti, Robert Hamer, Charles Crichton – 1945
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Walter Craig (Mervyn Johns), un famoso architetto dalla faccia vispa e simpatica, è contattato telefonicamente da Elliot Foley (Roland Culver), un ricco signore che desidera ristrutturare la casa di campagna. Ma non appena mette piede nell’appartamento, Walter è assalito da una sensazione d’inquietudine: non solo quel luogo gli è familiare, ma ha riconosciuto tutti i presenti perché essi compaiono, da tempo, in un suo sogno ricorrente. A questa rivelazione Elliot, il dottor Van Staaten (Frederic Valk) e tutti gli altri ospiti, incuriositi, lo invitano a raccontare altri dettagli del sogno. Spinti dal clima particolare che si è venuto a creare, a turno ognuno racconta un’esperienza paranormale vissuta o di cui è venuto a conoscenza. Dopo aver narrato la propria storia, ciascun ospite si allontana da casa, fino a che Walter, rimasto da solo con il dottor Van Straaten, colto da un raptus di follia lo strangola. Ma è tutto un incubo del protagonista: quando si desta, scopre che al telefono c’è un tale Elliot che gli sta offrendo di ristrutturare la propria casa di campagna. Il film termina con un eloquente commento finale: “Il vero e il falso, la realtà e il sogno, il normale e il paranormale sono tutti figli del disagio che governa l’esistenza di ogni individuo e che regola le aspirazioni e lo conduce verso la sua fine”.

Capolavoro impareggiabile del genere fantastico, attraversato contemporaneamente da una sottile ironia di stampo britannico, da qualche elemento caro alle ghost-story e dall’innegabile fascino dei fenomeni paranormali. Suddiviso in cinque episodi e diretti da quattro registi diversi (il brasiliano Cavalcanti filma sia il secondo sia l’ultimo) il film è pervaso da un’ambientazione di stampo surreale: Ne Il conducente del carro funebre un uomo salva la pelle grazie a strane premonizioni; ne Il ricevimento natalizio la piccola Sally incontra un bambino ucciso qualche anno prima dalla sorella Costanza; ne Lo specchio incantato un uomo vittima degli influssi malefici di uno specchio cerca di strangolare sua moglie; in Una storia di golf  un suicida si vendica di un suo amico imbroglione; ne Il pupazzo del ventriloquio un ventriloquo, posseduto dal pupazzo che lo aveva reso celebre, finisce in manicomio. Simpatici e divertenti i duetti tra il povero Walter e Van Straaten, uno psicoanalista dal vago accento tedesco che, aggrappandosi al suo sapere scientifico, sistematicamente confuta la veridicità di ogni storia. E non a un caso sul finire del film Walter uccide proprio lo scettico psicoanalista, l’unico che si ostina cocciutamente a negare l’esistenza dei fenomeni paranormali. Pregevole il finale altamente onirico, dove tutte le storie raccontate si intrecciano tra loro e diventano, in rapida successione, le fasi di un unico sogno.

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