La battaglia dei sessi di Valerie Faris. Jonathan Dayton – USA – 2017 – Durata 121’

18 Gennaio 2023 | Di Ignazio Senatore

1973, Il cinquantenne Bobby Riggs (Steve Carell), ex stella del tennis mondiale e statunitense, inguaribile giocatore d’azzardo, frequenta con scarso profitto un gruppo di auto aiuto ed uno psicoanalista con il quale, a fine seduta, gioca e scommette a black jack.

Brillante, simpatico e dalla battuta facile, in realtà, è un tenace maschilista e considera le donne inferiori agli uomini e buone solo a letto o in cucina. Per avvalorare ancora più le sue tesi,  decide di sfidare in un incontro di tennis, con in palio trentacinquemila dollari, la campionessa californiana Billie Jean King (Emma Stone), vincitrice degli US Open degli Stati Uniti. Lei ritiene la sua proposta una pagliacciata e declina l’invito. Femminista impegnata, in nome dell’eguaglianza dei sessi, infatti, si batte affinché le  tenniste nei tornei siano pagate come i maschi, Mai doma, sfidando l’establishment, in accordo con le altre tenniste americane, fonda una federazione parallela a quella ufficiale e dà vita a dei tornei di sole donne in tutti gli States . Sua acerrima nemica è Margareth Court (Jessica McNamee), una donna ambiziosa, che non ha sposato la causa femminista e la sconfigge in un torneo. Salita sul gradino più alto, accetta la proposta di Riggs che la ridicolizza in un incontro, liquidandola in due set. Billie Jean King comprende allora che non può più tirarsi indietro ed accetta di sfidare Riggs, in un incontro, soprannominato “la battaglia dei sessi”, nell’Astrodomo di Houston pieno zeppo di spettatori, in collegamento televisivo con novanta milioni di americani e con in palio un premio di centomila dollari. Chi trionferà tra i due? 

I registi Valerie Faris e Jonathan Dayton, autori di Little Miss Sunshine e Ruby Sparks, confermano il loro tocco caustico ed irriverente ed impaginano un film che, seppur attraversato da un enfasi tipicamente americana, non delude le aspettative. Al centro della narrazione i due protagonisti; da un lato la battagliera e volitiva Billie Jean King, impegnata nella lotta per la parità dei diritti tra i sessi, sposata con il dolce e comprensivo Larry, ma travolta dalla travolgente passione per Marilyn, una giovane e dolce parrucchiera; dall’altro lo spaccone, funambolico e gigione Riggs (un superlativo Carell), esponente di una concezione vetero maschilista ed assertore della superiorità degli uomini sulle donne. Intelligentemente i due registi non donano al personaggio di Riggs un’aria respingente ed irritante, bensì all’opposto, lo descrivono come un geniale, pittoresco ed esilarante buontempone che, pur di polarizzare su di sé l’attenzione dei media, si rende protagonista di trovate eccentriche ed esilaranti. Inoltre, Valerie Faris e Jonathan Dayton, disertando i toni aspri, militanti e guerrafondai, affrontano con ironia il tema dell’eguaglianza dei sessi e fotografano perfettamente il clima ribellista di quegli anni, quando le femministe, coraggiosamente, si battevano contro l’ostilità e l’ottusità maschile.  Il ritmo è ben dosato, i personaggi di contorno, interpretati da Bill Pullman, Elisabeth Shue ed Alan Cumming, sono ben calibrati e la saffica love-story tra la campionessa e la tenera Marilyn è descritta con garbo e pudore. I registi danno un discreto spazio agli incontri di tennis tra Riggs e le sue avversarie e mostra i contendenti che si fronteggiano con colpi di alta classe. In sottofondo “Crimson and clover”, cantata da Tommy James & The Shondless e “Crocodile rock” di Elton John.

Per un approfondimento sul tema “Cinema e sport” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il campione recita”, edito da Absolutely Free.

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