Luca (Andy J. Forrest), giovane giornalista, è terrorizzato da un incubo ricorrente: in una vecchia villa di campagna una malefica strega (Maria Quasimodo) bolle la sua testa in una pentola. La cognata Elsa, intraprendente psichiatra, gli prescrive degli psicofarmaci e gli consiglia un po’ di riposo. Marta (Sonia Petrovna), la moglie di Luca, prende in affitto una villa nella campagna toscana di proprietà di Andrew, un pianista cieco che ospita per qualche giorno sua nipote Sharon, una giovane studentessa. Luca, sommerso dalle allucinazioni, è convinto che la strega dei suoi incubi abbia ucciso un prete nel giardino della villa. Teso e spaventato, chiede aiuto a Elsa, che si precipita la sera stessa alla villa in compagnia di Deborah, la figlia. La villa diventa lo scenario di agghiaccianti delitti e cadono sotto i colpi dalla misteriosa strega Deborah, il suo giovane fidanzato, e infine Elsa. I sospetti sembrano ricadere su Marta che di notte, come una sonnambula, vaga per il giardino in uno stato di trance ipnotica. Nel finale Sharon si trasforma nella malefica strega e uccide Luca. Ma questa scena è reale o è l’ennesima allucinazione, frutto della mente malata del protagonista?
Lenzi confeziona un buon horror, sospeso tra sogno e realtà, tra incubi e magia e non può mancare una leggenda che narra di una strega murata viva in quella villa nel Seicento. Il regista mischia sapientemente le carte e lascia credere che Marta, esperta in scienze occulte, tarocchi ed esoterismo, sia l’assassina. La strega, interpretata dalla moglie del poeta Quasimodo, più che incutere terrore è così buffa da sembrare una caricatura.
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