La contessa di Parma di Alessandro Blasetti – Italia – 1937 – Durata: 87’– B/N

14 Maggio 2022 | Di Ignazio Senatore
La contessa di Parma di Alessandro Blasetti – Italia – 1937 – Durata: 87’– B/N
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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A teatro Gino Vanni (Antonio Centa), centravanti della Nazionale, è colpito dalla bellezza di Marcella (Elisa Cegani), mannequin di una casa d’alta moda torinese. La rivede al campo di corse Mirafiori, al fianco del Duca di Satta (Osvaldo Valenti), la scambia per una contessa ed inizia a farle una corte discreta.

Entrambi scommettono su un cavallo che vince la corsa e poiché c’è ressa al botteghino, Vanni si offre di ritirare per lei la vincita. Per un disguido, lei sparisce nel nulla e Vanni ha un bel da fare per ritrovarla e, con la scusa di restituirle la somma, le propone di incontrarla.

Ma gli ufficiali giudiziari vogliono requisirgli l’auto e Vanni, per pagare i suoi debiti, utilizza i soldi della vincita. Dopo aver fornito una scusa banale a Marcella, le chiede di accompagnarla a casa e lei, per non deluderlo, finge di abitare al Grand Hotel.

Intanto Marta Rossi (Pina Gallini), la proprietaria della casa di moda e zia di Vanni, giunta a Torino, dopo aver scoperto che Marcella, per far bella figura su Vanni, indossa gli abiti della casa di moda, simpatizza con lei. Dopo alcuni colpi di scena,  la verità verrà a galla, ma il lieto fine è dietro l’angolo.

Blasetti s’ispira alle “screwball comedy” americane, rese famose da Lubitsch, Cukor e Capra e, fedele al genere “telefoni bianchi”, grazie alla frizzante sceneggiatura di Mario Soldati, Aldo De Benedetti e Gherardo Gherardi, impagina una brillante commedia sentimentale che punta sul simpatico equivoco generato dall’idea che Marcella sia una contessa.

Il regista mescola il mondo affettato ed elegante della moda con quello sportivo e, con garbo e sottile ironia, mette un po’ alla berlina le sfilate di abiti da favola super costosi.

Il calcio è lasciato sullo sfondo e, solo sul finale, è mostrato uno scorcio brevissimo dell’incontro di calcio tra l’Italia e la Svizzera. Il titolo del film fa riferimento ad un abito indossato da Marcella durante una sfilata, in apertura del film, e denominato “La Contessa di Parma”.

La figura di Vanni è vagamente ispirata alla figura di Felice “Farfallino” Borel, attaccante della Juventus e Campione del Mondo con la Nazionale italiana nel 1934.

 

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100 film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.

 

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