“La conversione “, il doc di Giovanni Meola

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Narra la storia di due truffatori napoletani, il doc “La conversione “ di Giovanni Meola. Il primo ad entrare in campo è Vincenzo Imperatore, ex consulente finanziario di Unicredit, che, svela, come venivano raggirati, con astuzia, i clienti che si rivolgevano alla banca dove lavorava. Dopo aver precisato che gli istituti di credito agivano nella legalità, Imperatore (ora consulente contro gli abusi delle banche e autore del volume  “Io so ne ho le prove”) lascia intendere che all’atto della stipula di un contratto assicurativo o di un investimento fondi, venivano omesse di proposito, a scapito del contraente, tutte una serie di informazioni. L’ex consulente finanziario lascia anche intendere come gli impiegati degli istituti di crediti che non raggiungevano gli obiettivi richiesti, vessati, ricattati e umiliati, erano spinti ad accettare compiti e mansioni che precludevano loro per il futuro scatti di carriera e l’acquisizione di benefit e di altri vantaggi economici. A fare da controaltare ad un “truffatore” in giacca e cravatta, Peppe De Vincentiis, ex rapinatore seriale di banche e scassinatore di negozi, trent’anni dietro le sbarre, un passato di miseria e di tossicodipendenza. Anche lui, come Imperatore, si riscatterà fino a diventare autore di una piece teatrale e del romanzo autobiografico “Il campo del male, scritto nel 2013. Nel suo doc privo di svolazzi e esercizi di stile, Meola adotta una scrittura piana e alterna i racconti di due protagonisti, distanti tra loro ma uniti dal bisogno di voltare pagina e liberarsi, grazie alla scrittura, dei propri fantasmi. Senza strizzate di cuore o scadere nel celebrativo, Meola ci regala battute gustose e alcune citazioni colte; su tutte quelle di Bertold Brecht; “Fondare una banca è più criminale che rapinarla”.