La scelta di Michele Placido – Italia – 2015 – Durata 86’

22 Marzo 2023 | Di Ignazio Senatore

Giorgio (Raoul Bova) e la moglie Laura (Ambra Angiolini) non hanno bambini. Lui vorrebbe adottarne uno, ma lei nicchia. Un giorno lei è stuprata da uno sconosciuto e rimane incinta. Giorgio, non ha dubbi; deve abortire, ma Laura sente, finalmente, di poter così coronare il suo sogno di diventare madre. Certa che nessuna comprenderà la sua “scelta”, Laura si isola e si rinchiude nel proprio mondo emotivo. A Giorgio, confida: “Sembra che sia stata io a fare qualcosa di male. E’ successo qualcosa, dentro di me. E voi tutti vi state preoccupando solo dell’esterno.” Giorgio, prova, inutilmente, a spiegarle le proprie ragioni ed, in un impeto di rabbia, parlandole dei propri dubbi relativi al prosieguo della gravidanza e ad una sua impossibilità di accogliere emotivamente il nascituro, le rivela: “Come lo guarderò? Anche lui cercherà nei miei occhi la certezza che sono suo padre. Io non posso dargliela.” Laura prova a rassicurarlo ed a convincerlo che il bambino potrebbe essere suo, ma lui non le dà ascolto e continua, febbrilmente, a rodersi dentro. La madre di Laura e Francesca (Valeria Solarino), l’amica del cuore, non riescono a comprendere le ragioni di Laura e l’unico che riesce, in qualche modo, a contenere il suo dolore è un paterno commissario dei carabinieri (Michele Placido). Sempre più cupa e disperata, avendo compreso che nessuno condividerebbe la sua “scelta”, Laura decide di abortire. Sul finale, Giorgio fa retromarcia e si dichiara pronto ad accettare il bambino e solo allora Laura gli confessa: “Sono andata per farlo ma non ce l’ho fatta.” Con questo film, ambientato a Bisceglie, Placido rilegge liberamente il testo pirandelliano L’innesto che, quando uscì nel 1919, scandalizzò i benpensanti del tempo. Il regista descrive Laura e Giorgio come vittime di un evento doloroso che finirà per travolgerli e cambiarli la vita. Giorgio appare come un uomo fragile ed immaturo, ferito nella propria virilità ed incapace di ascoltare il dolore ed il dramma della moglie. Laura, dal suo canto, è descritta come una donna cresciuta con una litania che la madre le ripeteva negli anni: “Una donna e un uomo senza figli si guastano”. Dopo lo stupro, rimane paralizzata emotivamente e ad un amico confiderà: “Perché non ho urlato? Ero come paralizzata, di pietra. Il mio corpo era lì e sentiva quello che stava succedendo ma la testa si allontanava pian piano fino a quasi staccarsi dal corpo. Per la prima volta in vita mia era come se fossi uscita da me stessa. La donna che ero prima non c’è più, anche la mia vita era cambiata.” Il regista lascia quasi sullo sfondo l’aborto” di Laura e solo sul finale disvela la sua “scelta” coraggiosa di non rinunciare al bambino.

Per un approfondimento sul tema si rimanda la volume di Ignazio Senatore “Fermi tutti sono incinta Cinema e gravidanza” – Falsopiano Edizioni – 2016

 

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