La scomparsa di Patò di Rocco Mortelliti – Italia – 2010

20 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore

Nella recita del Venerdì Santo, detta il “Mortorio”, al ragioniere Antonio Patò (Neri Marcorè), impiegato nella filiale della Banca di Trinacria, è affidato il complesso e impopolare ruolo di Giuda. Nel corso della rappresentazione, condannato a morte, deve essere impiccato e, nel rispetto della finzione scenica, deve precipitare all’Inferno attraverso una botola collocata sul palco. Come da copione, Patò s’infila nella botola ma a fine recita sembra essersi volatilizzato nel nulla. Mangiafico Elisabetta (Alessandra Mortelliti), sua moglie, si rivolge alle autorità competenti per chiedere che sia fatta luce sulla misteriosa vicenda. In un contesto dove regna sovrana l’omertà,  il delegato di Pubblica Sicurezza Ernesto Bellavia (Maurizio Casagrande) ed il Maresciallo dei Carabinieri Paolo Giummaro (Nino Frassica), incaricati delle indagini, proveranno a districare l’intricata matassa. All’esordio dietro la macchina da presa, Rocco Mortelliti traspone sullo schermo un romanzo di Andrea Camilleri, autore anche della sceneggiatura assieme a Maurizio Nichetti, ed impagina un giallo ironico ed intrigante che mescola, in maniera deliziosa, il film in costume e la commedia. Il regista ambienta la vicenda in una Sicilia ala fine dell’Ottocento nell’immaginario paesino di Vigata e, non disdegnando le incursioni in dialetto siciliano, lascia che la vicenda ruoti, nella prima parte, sulle simpatiche scaramucce tra il delegato e il maresciallo dei carabinieri, che, nel corso delle indagini si beccano e si ostacolano tra loro. Quando, per ordini superiori, viene imposto loro di non pestarsi reciprocamente i piedi e di collaborare, i due, da acerrimi nemici, si trasformano in amici per la pelle. Dopo mille peripezie, accantonate ipotesi e supposizioni (Patò, cadendo dal palco può aver vagato senza meta perché vittima di amnesia; Patò può essere stato vittima del bellicoso ed insolente mafioso di turno; Patò può essere scomparso perché al centro di questioni economiche o sentimentali …) Bellavia e Giummaro mostreranno di avere fiuto da vendere e di essere dei degni eredi di Sherlock Holmes.Un felice esordio registico, dal sapore un po’ troppo televisivo, che si avvale dell’impeccabile ed irresistibile recitazione di Maurizio Casagrande e si Nino Frassica, due attori di razza che fanno a gara a superarsi. Neri Marcorè, relegato nella vicenda più sullo sfondo, conferma le sue doti di duttilità. 

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