Louisa May Foster (Shirley MacLaine), vedova miliardaria stacca un assegno da capogiro per donarlo allo Stato ma né il cassiere, né il direttore della banca, né il ministro del Tesoro vogliono intascarlo e, considerandola pazza, la spediscono dal dottor Victor Stephanson (Bob Cummings), valente psicoanalista a cui lei racconta, tra lacrime e singhiozzi, la propria vita “sfortunata”. Tutti gli uomini che ha sposato Edgar (Dick Van Dike), Larry Flint (Paul Newman), Rod Anderson (Robert Mitchum) ed, infine, Pinky Benson (Gene Kelly) da persone semplici e romantiche si erano trasformate in valenti uomini d’affari e, dopo aver accumulato immense fortune, erano morte, improvvisamente, lasciandole una fortuna in eredità. Il dottore crede che lei sia un squinternata ma quando scopre che è veramente una miliardaria fa immediatamente dietro-front e le chiede di sposarlo. Louisa non cede alla sua corte ed impalma Leonard Crawley (Dean Martin), un uomo, un tempo ricchissimo e da alcuni anni caduto in disgrazia.
Commedia leggera come una piuma ma che sprizza qua e là qualche scintille ed una cascata di simpatia. Il dottor Stephanson (che ha le foto di Freud e di Jung che campeggiano alle pareti dello studio) è convinto che Louisa sia una svitata e, dopo aver ascoltato la sua storia, le dice :“Lei è vittima di qualche ansia interiore per cui, detto in parole povere, le sue colpe l’hanno condotta ad un stato onirico nel quale: A): Lei si sente oppressa da una ricchezza immaginaria e B) E’ ansiosa di liberarsene come con gli antichi esorcismi tribali ci si liberava dal malocchio e da uno spirito maligno.” Una volta ricevuta la conferma che il suo favoloso assegno che voleva depositare in banca era coperto, sviene. Al risveglio si ritrova sdraiato sul lettino ed alla paziente confessa: “Svengo solo ogni tanto. E lo shock che ricevo, constatando di aver sbagliato su qual cosa. Lo svenimento è una fuga dalla realtà; la realtà è che io non sono infallibile. Vede è stato il problema della mia vita, da quando avevo…” Dopo aver ripreso il controllo della situazione si rivolge alla paziente e le dice: “Un momento, che succede? Chi è il dottore qui, io o lei? Lei è una giovane signora che a quanto pare vuole dare allo stato un assegno che ammonta a duecento milioni di dollari e per qualche incomprensibile motivo vuole darlo al Governo. Non le occorre uno psichiatra ma una radiografia al cervello. Vada fuori dal mio studio!.” II film è un lungo flashback che si dipana dai racconti che Louisa regala al suo psicoanalista che funge da elemento di raccordo per la narrazione. Deliziosi i piccoli inserti in bianco e nero che fanno il verso alle comiche ed ai vecchi film francesi alla Jean Gabin. Da un romanzo di G. Davis.
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