La smagliatura (Der gritte grad) di Peter Fleischmann- Italia, Germania – 1974

19 Dicembre 2023 | Di Ignazio Senatore
La smagliatura (Der gritte grad) di Peter Fleischmann- Italia, Germania – 1974
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Ugo (Ugo Tognazzi), operatore turistico greco, si trova nel Bar dello Sport di una cittadina greca. Per caso, uno sconosciuto gli pesta un piede e i due scambiano delle parole di circostanza. Un attimo dopo Ugo è prelevato da due poliziotti che lo conducono in commissariato.

Un funzionario lo interroga e sospetta che sia complice dello sconosciuto, oppositore del regime.

Nel corso dell’interrogatorio Ugo cerca, invano, di convincere il funzionario che é sempre stato sempre un cittadino modello e che non si è mai interessato di politica.

Trasferito nella capitale, è scortato da due agenti dei Servizi Speciali; il silenzioso e tranquillo Michel (Michel Piccoli) e il rude e volgare Manager (Mario Adorf).

I due poliziotti, durante il viaggio, nella speranza di farlo confessare, seguono un copione consolidato e, fingendo di litigare, lo trattano a volte con i guanti e in altre occasioni in maniera più brusca.

L’auto nella quale viaggiano ha un guasto e Ugo resta da solo con Michel. Dopo essersi fermati da un barbiere (Thimios Karakatsanis), incontrano due ragazze (Eva Krini e Nina Andoulinaki). Ugo e Michel e familiarizzano e Ugo gli svela di aver compreso che quello che ha organizzato con Manager fino a quel momento è tutta una messinscena e che il loro scopo é metterlo alla prova e offrigli le occasioni per scappare e incastrarlo.

Ugo però appartiene davvero all’opposizione clandestina e insinua in Michel il dubbio che i capi della polizia, mettendolo alla prova, vogliono capire se è un poliziotto fidato.

I due finiscono in albergo e Ugo prova a scappare, ma è costretto a prendere il traghetto che lo porterà con Michel nella capitale. Michel è ormai suo complice e Ugo si dirige in un museo, dove ha appuntamento con un uomo legato alla Resistenza, ma è freddato dalla polizia.

Peter Fleischmann alla quarta regia, traspone sul grande schermo il romanzo “Lo sbaglio” di Antonis Samarakis e, con questa apocalittica spy-story, che avrebbe meritato più fortuna di critica e pubblico, narra gli orrori della dittatura e descrive alla perfezione l’atmosfera che si respira in un Paese controllato da un regime militare.

Più che i metodi violenti adottati da poliziotti e funzionari, al regista interessa mostrare come un clima di sospetto, finisce per avvelenare le coscienze di tutti e travolgere gli stessi sostenitori del regime.

La tensione sale scena dopo scena, e, per tutto il film, scambiandosi i ruoli, Ugo e Michel giocano al gatto e al topo. Non mancano i nei e Michel è fin troppo passivo nei confronti di Ugo che, di fatto, lo tiene, sin dalle prime battute, sotto scacco. Tognazzi e Piccoli al loro terzo film insieme creano una perfetta alchimia.

Nel cast breve apparizione di Adriana Asti, nei panni della fidanzata di Ugo.

Per un approfondimento sulla filmografia di Ugo Tognazzi, si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Ugo Tognazzi”, edito da Gremese (2021), corredato da 800 foto, dall’antologia della critica e dai commenti di attori e attrici, e registi che hanno lavorato con lui.

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