Jessica (Ashley Judd) è la prima donna ispettrice del distretto di polizia di San Francisco. Attenta osservatrice, segugio infallibile, dotata di un’invidiabile prestanza fisica ha solo un piccolo punto debole; ama rimorchiare sconosciuti in locali malfamati che il giorno successivo sono trovati in circostanze misteriose, brutalmente uccisi. Mike (Andy Garcia) un poliziotto innamorato di Jessica e l’ispettore capo Mills (Samuel L. Jackson) provano a dipanare la matassa ma ogni pista riconduce inevitabilmente alla loro insospettabile collega. Un passato doloroso inizia a risalire lentamente a galla; il padre di Jessica, un ex poliziotto, in un raptus di follia aveva ucciso venticinque anni prima la moglie e si era poi sparato alla testa. Jessica inizia a credere di aver ereditato dal padre l’istinto omicida e si convince sempre più di essere l’autrice del delitti. L’identità dell’assassino sbuca fuori nel concitato finale.
Kaufman, autore discontinuo e raffinato, sbarca sui lidi del thriller poliziesco ma il genere non è nelle sue corde e si limita a svolgere, in maniera diligente, il compitino. Il dottor Melvin Frank (David Strathaim) è lo psichiatra che ha in cura la protagonista e dovrebbe indagare sulle motivazioni che la spingono a coltivare rapporti affettivi, poco stabili e fugaci ed a collezionare soo avventure ad alta gradazione erotica ma le sedute si succedono senza colpo ferire. La pellicola si riscatta però in un finale imprevedibile ed assolutamente da brividi.
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