La teoria del volo (The theory of the flight) di Paul Greengrass – GB – 1998 – Durata 100’

15 Aprile 2021 | Di Ignazio Senatore
La teoria del volo (The theory of the flight) di Paul Greengrass – GB – 1998 – Durata 100’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Richard (Kenneth Branagh), pittore fallito, è in piena crisi esistenziale. Ossessionato dall’idea di voler volare, si lancia con un deltaplano dal tetto di un museo londinese. Per questo suo colpo di testa è condannato a dover svolgere delle ore di assistenza presso un servizio sociale e prendersi cura di Jane (Helena Bonham Carter) una venticinquenne disabile, affetta da una malattia neuromuscolare, inchiodata su una sedia a rotelle. Dopo le iniziali difficoltà i due iniziano a legare ed allora lei gli confessa il più grande rimpianto della sua vita; non ha mai fatto l’amore con un uomo. Richard contatta un gigolo di lusso che si dichiara disponibile all’incontro ma, prima di scambiarsi qualche effusione, Jane si sente male ed è soccorsa dal provvidenziale arrivo in albergo di Richard. Trascorre del tempo e Richard decide di far decollare il biplano a cui stava lavorava da tempo; anche se solo per pochi secondi, il rudimentale e traballante aereo si libra nell’aria, regalando a lui ed a Jane una vertiginosa emozione. La vita della sua inseparabile amica è ormai agli sgoccioli e Richard decide di donarle una notte d’amore.

Greengrass traspone sullo schermo il libro autobiografico di Jane Hatchard e confeziona una storia tenera e delicata ma troppo esile e priva di spessore. Come da copione Richard, fa, inizialmente, fatica, a sintonizzarsi con la sofferenza delle ragazza che, senza peli sulla lingua, gli dice: “Il mio corpo ed io ci siamo separati tanto tempo fa, ma non mi sento pronta a morire. Ho solo venticinque anni.”  Il regista cade nella solita rappresentazione del disabile simpatico, ribelle e pieno di voglia di vivere a cui contrapporre Richard, un uomo spento che chiude frettolosamente la sua storia con la sua dolce fidanzata Julie (Holly Aird) e che nel corso del film  si rivolge a Jane e le dice: “Tra noi  due il disabile sono io” . Come prevedibile, Richard trae linfa da Jane e nello scontatissimo finale ritrova se stesso.

 

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