Antoine (Fabrice Luchini), una vita spesa a scrivere discorsi inaugurali per politici e a sbrigare la loro corrispondenza, mollato dalla fidanzata, per vendicarsi, a suo dire “di tutte delle donne”, accetta di scrivere un romanzo, sotto forma di diario, dal taglio scandalistico che gli commissiona Jean (Maurice Garrel), il suo editore.
Nel romanzo, che s’intitolerà La timida, deve narrare le vicende di un uomo che, sedotto la prima donna che gli capita a tiro, l’abbandona poi improvvisamente.
La scelta è casuale e avviene tramite un annuncio su un giornale dove è richiesta una dattilografa d’età inferiore ai venticinque anni.
La “preda” si chiama Catherine Legeay (Judith Henry), una ragazzina semplice e insignificante che, per la sua innocenza e candore, non è priva di una certa sensualità.
ùCome pretesto Antoine le chiede di battere a macchina un testo licenzioso e, si comporta nei suoi confronti, in maniera scostante e insolente.
Catherine assorbe tutto in silenzio ma, con molta professionalità, porta a termine il lavoro richiesto. Antoine le gironzola sempre più intorno e, man mano, inizia a sciogliersi e a guardare Catherine con occhi diversi. Chi dei due resterà vittima della trappola dell’amore?
All’esordio, Vincent (La separation, Hotel cinque stelle, La cuoca del presidente, La corte…) confeziona un piccolo gioiello dalla perfetta pulizia formale.
Da un lato Antoine, un misantropo che, per tutta la durata del film, snocciola dei gustosi ma acidi aneddoti sull’amore e dall’altro Catherine, una ragazza acqua e sapone, ingenua e smarrita, che, dopo aver aperto il proprio cuore allo scaltro e perfido seduttore, finirà per rimanerne scottata.
Come prevedibile, a farne però le spese sarà però il saccente e tronfio Antoine che sul finale scoprirà che la tenera e dolce Catherine ha espugnato il suo cuore.
Dietro l’apparente leggerezza, i dialoghi nascondono un profondo scavo psicologico dei personaggi e Luchini e la tenera Henry fanno a gara a superarsi.
Il titolo rimanda al nome del neo che, per i dettami del Settecento, a seconda la regione nella quale era collocato, indicava il carattere della donna: quello “finto” posto sul mento era, infatti, chiamato “la timida”.
Ad arricchire ancor più la fruizione del film le magiche note di Melodie Hongroise di Franz Schubert.
Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024
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