Ignazio Senatore intervista Enrico Iannaccone: Con la Spaak e Veruschka

2 Settembre 2020 | Di Ignazio Senatore
Ignazio Senatore intervista Enrico Iannaccone: Con la Spaak e Veruschka
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Volevo mostrare una Napoli caotica e labirintica, prosegue il regista, che si opponesse alla magica tranquillità del  Cilento. Catherine Spaak l’ho scelta per la sua leggerezza e Folletto perché credo sia il miglior attore della sua generazione. Entrambi hanno colto il senso del film e seguito la linea della stanchezza del vivere, che è uno dei temi che unisce i due protagonisti.”

A parlare è Enrico Iannaccone, regista de “La vacanza” da domani in sala. Prodotto da Mad Entertainment di Luciano Stella e Maria Carolina Terzi, è ambientato a Napoli e tra Palinuro, Marina di Camerota e Centola.

Il talentuoso regista napoletano, già vincitore nel 2013 con il corto “L’esecuzione” di un David di Donatello e di un Globo d’oro, dopo aver raccolto all’esordio unanimi consensi con “La buona uscita”, prosegue il suo personale percorso autoriale con una vicenda che ruota intorno a due personaggi; Valerio (Antonio Folletto), un trentenne instabile e nevrotico, con un matrimonio fallimentare alle spalle, imploso in se stesso ed incapace di tenere a bada i propri aspetti auto ed etero distruttivi,  e Carla (Catherine Spaak), un ex magistrato settantacinquenne, che mostra i primi segni di appannamento cognitivo legato all’avanzare dell’Alzheimer.

Tra i due nasce una genuina e sincera amicizia che, cementata dal loro anelito di libertà, li spingerà a sostenersi e a guardarsi dentro. Un misterioso evento del passato sembra legare Carla ad Anneke (Veruschka von Lehndorff), l’amica tedesca di Valerio.

Ho voluto che nel film ci fosse Veruschka, non solo perché siamo amici, ma anche perché, secondo me, era ideale per rincarnare quel senso di mistero legato al suo personaggio, un ex terrorista che prova a nascondere agli altri il proprio passato. Sia lei che la Spaak, inoltre, due sexy-symbol degli anni Sessanta, incarnano quel tramonto di un certo canone di bellezza e di una certa iconicità di quegli anni.

Iannaccone spezzetta la storia con delle sequenze brevi e sincopate e priva volutamente lo spettatore dei tradizionali appoggi narrativi, spingendolo a legare e immaginare i fili della storia. “Era mia intenzione creare una struttura narrativa speculare al vissuto dei protagonisti. Desideravo, come avviene nella vita reale quando si incontra degli sconosciuti, che lo spettatore conoscesse a poco a poco i due protagonisti. I flashback servono per sottolineare come Valerio si batte per perdere la memoria di un passato, tormentato e fallimentare, e, all’opposto Carla cerchi, invece, di recuperarla.”

Articolo pubblicato su il Corriere del Mezzogiorno – 2-9-2020

 

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