Lassù qualcuno mi ama (Somebody up there likes me) di Robert Wise – USA – 1956- Durata: 113’ – B/N

9 Agosto 2022 | Di Ignazio Senatore
Lassù qualcuno mi ama (Somebody up there likes me) di Robert Wise – USA – 1956- Durata: 113’ – B/N
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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New York. Little Italy. Rocco Barbella (Paul Newman), giovane ribelle italo-americano, vive di piccoli furti che mette in piedi con la sua scalcinata banda. Beccato dalla polizia, è condannato  ad un anno al riformatorio ed è costretto poi ad arruolarsi nell’esercito. Rissoso ed attaccabrighe, pesta un suo superiore e fugge. Dotato di un destro fulminante, per raggranellare qualche dollaro, inizia a battersi sul ring, con il nome di Rocky Graziano, dove mette al tappeto tutti gli avversari. Acciuffato nuovamente ed arrestato, perché disertore, è adocchiato da un sergente che gli insegna i rudimenti della boxe. Rocky è una furia sul ring e vince sei incontri per knock-out. Conosce la tenera Norma (Anna Maria Pierangeli) e la sposa. Irving Cohen (Everett Sloane), potente manager,  gli organizza gli incontri che contano e Rocky arriva a sfidare il campione del mondo dei pesi medi. Sconfitto per kappao, vuole la rivincita, ma una sua vecchia conoscenza in carcere, lo ricatta e, se non perde l’incontro, sul quale hanno scommesso una fortuna, lo minaccia di rivelare alla stampa il suo burrascoso passato. Rocky non si piega, finge di essere infortunato e rimanda la sfida. Messo sotto accusa dalla commissione di inchiesta, è sospeso come pugile, ma Cohen riesce a far revocare la squalifica ed a organizzare la rivincita a Chicago. Rocky si allena per l’incontro, ma la tensione è alle stelle e per ritrovare se stesso, ritorna a New York. Dopo un incontro con il padre alcolizzato, vola a Chicago e sale sul ring per la sospirata finale per il mondiale dei pesi medi contro Tony Zale.

Dopo Stasera ho vinto anch’io (1949) Wise dirige nuovamente un film sulla boxe e narra, senza fronzoli, le gesta del famoso pugile italo americano Rocco Barbella, che diventa campione del mondo con il nome Rocky Graziano. Il film, uno dei più famosi di quelli ambientati nel mondo della boxe, racconta il destino di chi, nato in un quartiere povero e con un padre alcolista, prova a mutare il proprio destino ed a mettersi alle spalle un’infanzia difficile, ricca di delusioni, rabbia e frustrazioni.  Cresciuto come un bulletto, ogni qual volta s’imbatte in qualche difficoltà o si scontra con qualche persona dispotica o che abusa della propria autorità, invece, di scendere a patti con la realtà, si ribella e prova a risolverla a forza di pugni. Punito duramente per le sue intemperanze, finirà per comprendere che per riscattare una vita tutta in salita, può solo indossare i guantoni e battersi, come un leone, sul ring. Dovrà fare i conti con i soliti malavitosi che ruotano intorno al mondo della boxe e sottrarsi ai loro vili ricatti, stringere i denti nei momenti difficili ma, sul finale, coronerà il suo sogno di gloria. Paul Newman, perfetto nel ruolo dello spaccone ed esuberante protagonista regge da solo tutto il film. Curiosità: per il ruolo di Rocky era stato scelto James Dean ma, a seguito della sua morte, il ruolo fu affidato a Paul Newman. Film d’esordio di Steve MC Queen, che compare solo nelle prima battute. Da segnalare la pessima scelta di doppiare Newman, affibbiandogli un improponibile accento meridionale. Oscar per Miglior fotografia, miglior scenografia.

Per un approfondimento sul tema “Cinema e sport” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il campione recita”, edito da Absolutely Free.

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