Anno 1943. L’orfanotrofio St. Clouds nel Maine, diretto dal dottor Wilbur Larche (Michael Caine). è meta delle donne che, rimaste incinte, dopo aver partorito, abbandonano il neonato appena scodellato. Tra i tanti orfani, spicca il giovane Homer Wells, un bambino timido e riservato, rifiutato ben due volte da chi aveva scelto di adottarlo. Il dottor Larche, dopo averlo allevato come un figlio, gli insegna i rudimenti dell’ostetricia, fino a nominarlo suo assistente. Cresciuto, Homer (Tobey Maguire) si dichiara contrario agli aborti in uso illegalmente in quella struttura e che Larch pratica in gran segreto, perché a richiederlo sono donne povere, sfortunate o alcolizzate. Gli orfani sperano di poter essere scelti dalle tante coppie che si recano a St.Clouds per adottare un bambino. Un giorno, Candy Kendall (Charlize Theron), incinta di due mesi, accompagnata da Wally (Paul Rudd), un giovane tenente in procinto di partire per la guerra, si presenta a St. Clouds per abortire. Homer va via con loro anche perché la coppia gli offre la possibilità di lavorare nell’azienda della famiglia di Wally, come raccoglitore di mele, utili a produrre il sidro. Homer va a vivere ne “la Casa del Sidro” assegnata ai dipendenti, ed essendo un tipo sveglio, apprende, in un lampo, la nuova professione. Larch, intanto, è a un passo dalla pensione e, temendo che il suo successore possa non voler più procurare aborti, falsifica i propri documenti, li intesta a Homer e gli chiede di ritornare al St.Clouds.
Lui, s’innamora di Candy e fa coppia fissa con lei. Wally, intanto, in guerra, è colpito da encefalite e ritorna a casa, in condizioni critiche, senza l’uso delle gambe. Rose (Erykah Badu), abusata dal padre, rimane incinta e Homer la fa abortire, riscoprendo la propria vocazione medica. Informato della morte del dottor Larche ritorna in clinica, pronto a prendere il suo posto.
Pellicola dai toni garbati, che affronta un tema spinoso come quello degli aborti illegali.
A eseguirli il caritatevole e filantropico dottor Larche, un ginecologo che, per dedicarsi a dei teneri e indifesi orfanelli, ha sacrificato vita e carriera.
Il regista svedese sceglie una narrazione pacata e, nonostante affronti un tema così controverso, lo immerge in un’atmosfera quasi favolistica, dove il vero scandalo non sono gli aborti che il dottor Larche procura alle giovani donne, ma i bambini abbandonati dai loro genitori, che aspettano, come una manna dal cielo, che qualcuno possa strapparli al loro triste destino di orfani.
Il regista evita di scadere nel melodramma e non punta ai fazzoletti e lascia che Homer legga ai bambini David Copperfield di Charles Dickens e proietti un solo un film: King Kong.
Il titolo del film fa riferimento a un foglio affisso nella Casa del Sidro sul quale sono segnate le regole che i lavoratori devono rispettare. Irving, autore del romanzo, e premiato con l’Oscar miglior sceneggiatura non originale, fa una breve apparizione nei panni del capostazione.
Premio Oscar anche a Michael Caine come migliore attore. Citazione a La voce nella tempesta di William Wyler (1939).
Per un approfondimento sul tema si rimanda la volume di Ignazio Senatore “Fermi tutti sono incinta Cinema e gravidanza” – Falsopiano Edizioni – 2016
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