“Le tossicodipendenze al cinema” – Rivista Optima Salute – Aprile 2020

8 Aprile 2020 | Di Ignazio Senatore
“Le tossicodipendenze al cinema” – Rivista Optima Salute – Aprile 2020
Articoli di Ignazio Senatore sui rapporti tra Cinema e psiche
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Il cinema ha dato vita a numerose pellicole che ruotano intorno al tema della droga e della tossicodipendenza, sia puntando sulle sostanze leggere (Marijuana) sia su quelle pesanti (Cocaina), Alcuni registi, grazie anche all’utilizzo di alcuni artifici stilistici, provano a dar forma agli effetti dell’assunzione dell’LSD (Easy rider, Drugstore cowboy), dell’ecstasy (Human traffic), delle anfetamine (Jackie), della morfina (Un cappello pieno di pioggia). Altri scelgono, invece, la via del crudo realismo e filmano in primo piano chi si inietta eroina nella giugulare (Amore tossico) o addirittura nel pube (Tunnel). Generalmente il clima che circola in queste pellicole è cupo e senza speranza ma, c’è chi sceglie la strada della commedia irriverente e dissacratoria (L’indiscreto fascino del peccato, Trainspotting) e, con dovizia di particolari, descrive i devastanti effetti psichedelici procurati dalle droghe: “In confronto alla mescalina pura assomiglia ad un gingerino. Una sniffata di quella roba e ti trasformi in una cosa uscita da un’enciclopedia medica. Poi la testa ti si gonfia come un cocomero e aumenti di cinquanta chili in due ore. “ afferma il protagonista di Paura e delirio a Las Vegas. Chi è schiavo della droga, è descritto per lo più, come un personaggio senza spina dorsale, incapace di sconfiggere i demoni che lo divorano. In Paradiso + Inferno, il protagonista, sconsolato, dichiara: “Quando puoi smettere non lo vuoi, quando lo vuoi, non lo puoi più.

Altri registi descrivono i giovani adolescenti che, vittime delle droghe, finiscono inevitabilmente all’inferno, prediligendo un’impaginazione classica e tradizionale (L’albero delle pere, La luna) o un taglio più giovanilista e ribellista (Thirteen – 13 anni).  Al fianco dei tossicomani in preda a crisi d’astinenza (L’uomo dal braccio d’oro) e a quelli che muoiono per overdose (Sid e Nancy The rose) o sono disposti a prostituirsi (Requiem for a dream,, Tunnel, Ritorno dal nulla), pur di racimolare i soldi necessari per comprare la dose giornaliera, c’è anche chi riesce a lasciarsi alle spalle l’inferno dei paradisi artificiali (Christiane F. Noi i ragazzi dello zoo di Berlino) ed a guardare al futuro con rinnovato ottimismo.

Articolo pubblicato sulla Rivista Optima Salute – Aprile 2020 

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