L’immortale di Marco D’Amore – Italia – 2019

21 Ottobre 2020 | Di Ignazio Senatore

“Non ti devi fidare di nessuno e non devi aver paura di niente, neanche di morire” dice Bruno al piccolo Ciro Di Marzo, rimasto orfano dopo il terremoto dell’80. Il bambino crescerà e si farà le ossa con il contrabbando delle sigarette e, poi, divenuto adulto, con quello della cocaina. Marco D’Amore, all’esordio alla regia, lascia che il film parte dall’ultima scena della terza stagione di “Gomorra La Serie”, nella quale, ferito da un colpo di pistola, affonda nelle acque del golfo di Napoli. Il regista condisce la narrazione  con qualche canzone neomelodica, ambienta la vicenda nella gelida Lettonia e impagina il classico romanzo di formazione.  In maniera un po’ scolastica, alterna dei flashback che rimandano all’infanzia del futuro camorrista (le più convincenti), a quelle del malavitoso che deve destreggiarsi tra mafiosi russi e lettoni. “Nella vita c’è sempre la possibilità di scegliere. Il difficile è tornare indietro”, dichiara Ciro, nel corso del film, e nel finale, con l’apparizione di Gennaro Savastano, lascia, invece, aperta la strada del sequel. Sugli scudi Giuseppe Aiello nel ruolo di Ciro bambino.

Recensione pubblicata sulla Rivista Segnocinema N. 225 – Settembre- Ottobre 2020

 

 

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