Sono passati anni da quel fatidico 1990 quando Giuseppe Tornatore vinse l’Oscar come migliore film straniero. Salvatore Cascio, detto Totò, allora bambino, protagonista di quel capolavoro, è ancora oggi impresso negli occhi e nel cuore dei cinefili di tutto il mondo. Una vita, quella di Totò Cascio lastricata di gioie e dolori. Dopo la notorietà ottenuta per le sue interpretazioni in tanti altri film come “Stanno tutti bene”, sempre per la regia di Tornatore, in “Diceria dell’untore” di Beppe Cino, in “C’era un castello con 40 cani di Duccio Tessari e in “Festival” di Pupi Avati, “, ha avuto una brusca interruzione della carriera, a causa di un’insidiosa malattia, la retinite pigmentosa con edema maculare, che gli ha procurato una perdita progressiva, irreversibile e quasi totale della vista. Dopo anni di silenzio, Salvatore Cascio ha sentito l’urgenza si racconta ne “La gloria e la prova. Il mio nuovo cinema paradiso 2.0”, edito da Baldini+Castoldi. Il volume, arricchito dalla prefazione di Giuseppe Tornatore, sarà presentato stasera alle ore 21.00 in Largo Duca Piccolomini ad Amalfi nell’ambito della rassegna “Amalfi d’Autore. Incontri letterari”, promossa dal Comune di Amalfi in collaborazione con la Delia Agenzia Letteraria. Come ha dichiarato Cascio “Senza accettarsi, ci si porta dentro l’avversario più feroce. Me lo disse anche Andrea Bocelli: “Totò, non è un disonore”, Sono state parole illuminanti”. Con l’Autore ci saranno Alfonso Sarno e Marilena Piu che leggerà alcuni brani del libro.
Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno – 7-9-2022
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