Lo spirito, la carne, il cuore (The astonished heart) di Terence Fisher ed Antony Darnborough – G.B – 1949- Durata 89’- B/N

20 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Lo spirito, la carne, il cuore (The astonished heart) di Terence Fisher ed Antony Darnborough – G.B – 1949- Durata 89’- B/N
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Mentre sta facendo shopping per le strade della città, Barbara (Celia Johnson) moglie dello psichiatra John Faber (Noel Coward) incontra la vecchia amica del college Leonora Vail (Margarteh Leighton). Le due donne si frequentano e ben presto John s’innamora di Leonora. Travolto dalla passione, abbandona la moglie e va a vivere con lei.  Ma Leonora ama la bella vita e non le va di sentirsi legata; John cade in depressione e si suicida.

In questo melodramma austero Terence Fisher ed Antony Darnborough contrappongono, in maniera molto convenzionale, Leonora, la classica dark-lady, già sposata con un uomo alcolizzato più vecchio di lei, al serioso, distaccato, e professionale dottor Faber che, fino ad allora, coadiuvato da Susan, la fida segretaria e da Tom Verney il suo assistente, conduceva una vita ordinaria e priva di scosse. L’incontro con Leonora gli restituisce la voglia di vivere e lo scuote dal torpore che lo avvolgeva da anni. Sin dalle prime battute i registi lasciano intuire il baratro nel quale sprofonderà il dottore che, invitato a tenere una conferenza in città sul tema: “La funzione inferiore” è abbagliato dalla bellezza di Leonora presente tra il pubblico, e, profeticamente, accenna al tema dello smarrimento amoroso: “Dobbiamo cercare di individuare quei motivi e gli impulsi che si nascondono sotto la nostra abituale condotta. Bisogna strappare la maschera familiare della persona. e scrutare gli occulti abissi del subcosciente. Per esempio, quando un giovanotto vede per la prima volta una ragazza, quando i loro sguardi si incontrano  all’improvviso, viaggiando attraverso lo spazio che li divide, ebbene, in quell’attimo, può accadere nella vita di quei due individui un vero cataclisma. Il professor Jong definisce queste reazioni sconosciute della personalità la “funzione inferiore”. Egli dice che la vera essenza di questa funzione inferiore è caratterizzata dalla sua autonomia. Essa ci domina in maniera tale che il nostro autocontrollo cessa e che la capacità di giudizio obiettivo nelle relazioni  tra noi ed il prossimo, svanisce. Cito la Bibbia:“Il Signore ti percuoterà, ti darà smania, cecità e smarrimento di cuore.”

Nel corso del film il dottor Faber è sempre più teso e nervoso, al punto che alla moglie confessa: “Stai tranquilla reggo bene, ancora, ma ho paura anch’io. Quando sto con i pazienti temo sempre di commettere errori. Susan e Tom sono bravi come sempre ma introducono i clienti tremando ed ho il sospetto che ascoltino dietro l’uscio per paura di qualche incidente.” Il suo scivolare verso la depressione è lento ed inarrestabile è la scelta suicidaria del protagonista aleggia nell’aria fin dalle prime battute. Per alleggerire la narrazione i registi regalano qualche schioppettate battuta come quella d’apertura, pronunciata da Leonora che si rivolge a Barbara ed avendo saputo che è uno psichiatra, le chiede: “Ma è di quelli che curano o di quelli che risolvono i problemi dell’inconscio? Secondo me uno psichiatra è una via di mezzo tra un meccanico ed un vinaio. Immagino che indovinerà tutto di me dopo avermi gettato un solo gelido sguardo”.

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