Lontano da qui di Sara Colangelo – USA – 2018

29 Settembre 2019 | Di Ignazio Senatore

Staten Island. Lisa (Maggie Gyllenhaal), maestra d’asilo, frequenta on scarso successo un corso di poesia, tenuto dal giovane e spocchioso Simon (Gael García Bernal).

Il suo matrimonio è però al capolinea e non si dà pace perché i figli, apatici ed indolenti, non mostrano interessi, né passioni.

Un giorno, per caso, scopre che Jimmy (Parker Sevak), un suo alunno indiano di cinque anni, mentre passeggia in classe, declama sottovoce delle poesie che ha composto.

Folgorata dalla bellezza e dalla potenza evocativa dei suoi versi, scopre che nessuno ha notato che il suo prodigioso talento. 

Chiede allora a Becca (Rosa Salazar), la baby-sitter di Jimmy, di annotare le poesie che il piccolo compone quando è a casa e tenta, invano, di far comprendere al padre Nikhil (Ajay Naidu), che il figlio, se guidato opportunamente, svilupperebbe ancor più le sue mirabili doti creative.

 

Avendo preso atto che nessuno s’interessa alla sua crescita culturale, per valorizzare al massimo il suo talento, gli fa visitare un museo e successivamente lo invita a recitare le sue poesie in un reading. Per proteggerlo ancor più dal disinteresse, dalla mediocrità e dall’ignoranza che lo circonda, lo rapisce e….

 

Sara Colangelo, dopo il film d’esordio (Little accidents), ritorna dietro la macchina da presa con questo thriller psicologico emozionante, remake del film Haganenet, diretto nel 2014 da Nadav Lapid. Più che narrare la storia di un giovane ed incompreso prodigio, a Colangelo interessa raccontare la trasformazione di una donna frustrata, che finisce per essere risucchiata dalle sue ossessioni, fino a perdere contatto della realtà.

Al centro della narrazione, infatti, il commovente e disperato personaggio, interpretato da una toccante Maggie Gyllenhaal, perfetta nei panni di una donna annoiata e insoddisfatta che custodisce nel cassetto il sogno di diventare un’apprezzata poetessa.

Consapevole di non aver talento, quando scopre le doti prodigiose del piccolo Jimmy, ai suoi occhi epigono di Mozart, per salvaguardare e difendere la sua creatività, si lega morbosamente a lui, fino a coltivare l’illusione e la speranza che in futuro possa realmente diventare un grande poeta.

Ma al di là del viraggio estremo della protagonista che, per preservare Jimmy dalla banalità, dalla mediocrità e dall’ignoranza che lo circonda, arriva a sequestrarlo, la regista italo-americana sembra voler lanciare uno straziante grido d’allarme nei confronti di una società, indifferente alla bellezza, alla poesia e all’arte ed immersa, invece, in una mortificante mediocrità e superficialità.

 

Nel finale agghiacciante, infatti, il piccolo Jimmy si rivolge a una poliziotta, chiedendole più volte di ascoltare la poesia che ha appena composto, ma lei, non solo non gli risponde, ma non lo degna nemmeno di uno sguardo. Incomprensibile la scelta del titolo in italiano del film.

Comments are closed.

Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi