Ludopatia: la febbre del gioco sul grande schermo – Rivista Optima Salute – Dicembre 2019

4 Dicembre 2019 | Di Ignazio Senatore
Ludopatia: la febbre del gioco sul grande schermo – Rivista Optima Salute – Dicembre 2019
Articoli di Ignazio Senatore sui rapporti tra Cinema e psiche
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La schedina del Totocalcio è stato per decenni lo spazio illusorio grazie al quale milioni di italiani hanno sognato di poter dare una svolta alla propria vita. Chi fantasticava, con la vincita, di poter comprare la 500, chi una Lambretta e chi, invece, era certo che, grazie ad un bel 13 avrebbe addirittura comprato un appartamento e dato il benservito all’odioso padrone di casa. L’alternativa per altri incalliti scommettitori? Affidarsi alla Dea bendata o sperare che in sogno un parente deceduto desse loro i numeri “buoni” da giocare al Lotto. 

In “Ternosecco” di Giancarlo Giannini Mimì Aniello Capatosta è uno squattrinato che traduce in numeri da giocare al Lotto non solo i sogni, ma ogni atto quotidiano che compie o di cui è testimone. La sua ossessione per il gioco d’azzardo non è nulla però al confronto di quella del protagonista de “Il grande peccatore” di Robert Siodmak, tratto dal magnifico romanzo “Il giocatore” di Dostoevskij. Fijodor, un distinto scrittore (Gregory Peck) s’innamora di Paolina (Ava Gardner), figlia di un incallito giocatore d’azzardo. Per starle accanto e osservare il folle comportamento di chi scommette una fortuna al tavolo da gioco, inizia a frequentare il casino, ma finirà, anche lui, inevitabilmente, per lasciarsi trascinare dal demone del gioco.

Un’atmosfera decisamente più divertente si respira in “Febbre da cavallo” di Steno. In questa esilarante commedia tre amici inseparabili, Mandrake (Gigi Proietti), Er Pomata (Enrico Montesano) e Felice (Francesco De Rosa) sono legati da un’insana passione per le scommesse sui cavalli. I tre ne combinano delle belle e, puntando sempre su dei brocchi, si ritrovano, naturalmente,  al verde. Anche in altri film la musica non cambia e il cinema non fa sconti a chi spera di poter cambiare la propria vita grazie ad un colpo di fortuna e sul finale questi  “polli” si ritrovano sempre con un pugno di mosche in mano. Registi e sceneggiatori ci ricordano, quindi, che, a meno che non siamo nati sotto la stessa stella di Gastone, il fortunato personaggio di Disney, puntare su cavalli, tavoli verdi e numeri al Lotto, è solo un modo per gettare i soldi dalla finestra.

Articolo pubblicato sulla Rivista Optima Salute – Dicembre 2019

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