Ludwig di Luchino Visconti- Italia – 1973 – Durata 234’ – V.M 14

3 Giugno 2020 | Di Ignazio Senatore
Ludwig  di Luchino Visconti- Italia – 1973 – Durata 234’ – V.M 14
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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 Nel 1864, il diciannovenne Ludwig Wittelsbach (Helmut Berger) è incoronato re di Baviera. Animo romantico e sensibile, soprannominato “l’amante del chiaro di luna” perché ama cavalcare di notte, ha una sviscerata passione per le arti. Non appena s’insedia al trono ordina di ripianare i debiti di Richard Wagner (Trevor Howard) e di invitarlo a corte con la moglie. Lontano mille miglia dagli intrighi del potere, Ludwig è segretamente innamorato della cugina Elisabeth (Romy Schneider) moglie dell’imperatore Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria, sua unica amica e consigliere. I doveri di corte lo spingono a prendere moglie ed a dover annunciare il fidanzamento con Sofia (Sonia Petrova) la giovane e bella sorella di Elisabeth ma la sua mente è altrove e, suo malgrado, è costretto dai suoi consiglieri a scendere in guerra. Avendo intuito la fragilità del suo mecenate Wagner continua, intanto, a dilapidare le casse dello Stato e non bada a spese per mettere in scena Tristano. La Baviera perde la guerra ma Ludwig sembra più interessato a costruire castelli che alle sorti del regno. Sempre più schivo, solitario e taciturno, convinto che i suoi consiglieri stiano tramando alle sue spalle, rompe il fidanzamento con Sofia e, rinchiuso in una delle sue lussuose dimore, amoreggia con i giovani stallieri. Il conte Von Holnstein (Umberto Orsini) spinge allora il governo a destituirlo e, giudicato infermo di mente, Ludwig è rinchiuso in uno dei suoi castelli e preso in cura  dal professor Bernard Gudden (Heinz Moog) direttore dell’Ospedale Psichiatrico di Monaco. Dopo un breve periodo d’osservazione l’anziano luminare si batte perché al sovrano sia concesso il permesso di effettuare delle brevi passeggiate notturne. In una di queste uscite Ludwig lo ammazza e poi si suicida, annegandosi.

In questo decadente e mai calligrafico affresco d’epoca, Visconti narra le tragiche vicende di un regnante, giovane ed idealista, amante dell’estetica e delle belle arti, incapace di piegarsi di fronte all’esigenze della Storia. Ludwig è descritto come un re eccentrico, brillante e pieno di vita che si spegne ed appassisce, giorno dopo giorno perché Elisabeth lo ha criticato per i suoi progetti infantili ed ha sbarrato la strada alle sue fantasie amorose. Minato contemporaneamente dagli attacchi dei consiglieri e del  popolo che lo accusano di sperperare senza senno il pubblico denaro,  sul finale, con la mente ormai già in disordine, al professor Gudden confessa: “Non c’è cosa più bella ed affascinante della notte. Dicono che il culto della notte, della luna, sia un culto materno, quello del sole, del giorno, un mito virile, quindi paterno. Eppure il mistero e la grandiosità della notte sono sempre stati per me lo sconfinato sublime regno degli eroi e quindi anche quello della ragione. Povero Guddden costretto a studiarmi da mattina a sera, da sera a mattina, ma io sono un enigma e voglio rimanere un enigma per sempre, per gli altri ed anche per me stesso.”  Sullo sfondo la figura di Otto (John Moulder- Brown) giovane fratello di Ludwig, completamente impazzito, ricoverato in un luogo di cura, legato in camicia di forza e tenuto a bada da due infermieri. Musiche di Schumann,  Wagner, Offenbach, dirette da Franco Mannino. Nel cast Silvana Mangano nei panni della concubina di Wagner, Marc Porel in quelli del fido Hornig. Vincitore di due David di Donatello.

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