L’uomo dei sogni (Fields of dreams) di Phil Alden Robinson – USA – 1989 – Durata: 106’

26 Luglio 2022 | Di Ignazio Senatore
L’uomo dei sogni (Fields of  dreams) di Phil Alden Robinson – USA –  1989 – Durata: 106’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Il trentaseienne Ray Kinsella (Kevin Costner), coltivatore di mais, vive nella sua fattoria con la moglie Annie (Amy Madigan) e la figlia Karin (Gaby Hoffmann). Un giorno mentre è nei campi sente una voce misteriosa che gli dice: ” Se lo costruisci, lui tornerà”. Dopo essersi per un po’ lambiccato il cervello, comprende che deve distruggere parte della coltivazione e costruire un campo da baseball. Sostenuto dalla moglie e dalla figlia, s’indebita con la banca ed è preso per matto dalla sua comunità. Qualche giorno dopo scopre che Joe Jackson (Ray Liotta), detto “Schoeless”, “lo Scalzo”, un campione, morto nel 51, è nel suo campo da baseball pronto a giocare. Il campo si popola ben presto dell’intera squadra di baseball ed i giocatori si allenano di fronte agli occhi estasiati di Ray, Annie e Gaby, gli unici che possano vederli. Dopo un po’  Ray sente un’altra voce che lo porta ad andare a Boston per incontrare Terence Mann (James Earl Jones), scrittore simbolo della generazione beat degli anni Sessanta, che aveva dedicato un suo racconto a suo padre John, supertifoso di baseball. Dopo aver sudato dette camicie per convincerlo a seguirlo ed a vedere una partita di baseball, comprende che Terence crede alla sua storia ed è dalla sua parte. I due si dirigono allora in Minnesota per scovare un ex giocatore “Moonlight” Graham (Burt Lancaster), ex giocatore, diventato un medico. Dal momento che Ray non ha più un dollaro in banca, Mark (Timothy Busfield), prova a convincere sua sorella Annie a vendergli il campo e la fattoria. Ma altre due voci “Lenisci il suo dolore” e“Vai fino in fondo”spingono Ray ed Annie a non vendere il suo “campo di sogni” ed a tenere duro…

Phil Alden Robinson traspone sullo schermo il romanzo “Schoeless Joe” di W. P. Kinsella ed impagina un film che rimanda ad un nonché di sovrannaturale, che trasporta lo spettatore in un altrove, dove è possibile viaggiare indietro nel tempo. Al centro della storia Ray, un uomo che costruisce un campo di baseball per riscattarsi dai sensi di colpa nei confronti dell’amato padre John, supertifoso di baseball, con il quale anni addietro aveva avuto uno scontro a muso duro. Al romantico Ray, convinto che preferisce realizzare i propri sogni piuttosto che avere un ricco conto in banca, il regista contrappone il disincantato Terence Mann, guida politica degli anni della contestazione che, dopo la morte di Martin Luther King, di Bobby Kennedy e la doppia elezione di Nixon, ha preso atto che l’America ha dato un calcio alla democrazia. L’unica pecca del film è nella struttura tipicamente americana della storia, condita con la solita salsa patriottistica e nazionalista. Il film è uno smodato atto d’amore per il baseball, sport nazionale che non è mai riuscito ad affascinare nessun altro  pubblico, se non quelli degli States. Citazione del film “Harvey” di Harry Koster, con James Steward che afferma di aver sentito la voce di un coniglio gigante.

Per un approfondimento sul tema “Cinema e sport” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il campione recita”, edito da Absolutely Free.

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