L’uomo senza volto di Mel Gibson – USA – 1993

Chuck (Nick Sthal) dodicenne sensibile ed introverso vive con la madre e con Gloria (Fay Masterson) e Meg (Gaby Hoffman) le sue odiose sorellastre.  Il suo sogno è entrare all’Accademia militare di West Point, ma tutti lo considerano un’incapace ed un poco di buono. Ma Chuck è testardo e dopo aver fallito un primo tentativo chiede aiuto al misterioso signor Mcleod (Mel Gibson) un insegnante con il volto sfigurato che conduce una vita solitaria. In breve tempo, Chuck riacquista fiducia in se stesso ma, in città, qualcuno inizia a sospettare che Mcleod covi delle torbide fantasie sul ragazzo. L’insegnante è costretto a non vedere più il suo allievo che supera, brillantemente la prova e quattro anni dopo ottiene il sospirato diploma. Il giorno della proclamazione Chuck cerca tra la folla il suo indimenticato maestro che ricambia, salutandolo, da lontano con un cerno della  mano.

Al suo esordio dietro la macchina da presa Gibson incornicia una pellicola sull’amicizia grondante di buoni sentimenti. Per dare un pizzico di drammaticità più alla vicenda, nel corso della narrazione, inserisce la patetica e tragica figura del padre di Chuck, un alcolizzato, morto suicida in manicomio e getta un’ombra sospetta su McLeod, condannato a tre anni di prigione perché, mentre era alla guida di un’auto aveva causato alcuni anni prima la  morte di un suo giovanissimo allievo. Il film procede senza scatti e seppur le intenzioni dell’insegnante appaiono oneste il fantasma pedofilico aleggia egualmente inquietante nell’aria. Nel film compare il dottor Talbot (Zac Grenier) uno psicologo che sottopone Chuck al test di Roscherch ma non ne cava un ragno dal buco. Dal romanzo di Isabelle Holland.