In questo docu-film Emir Kusturica, regista “zingaro”, anarchico e fuori dagli schemi, pluripremiato per i suoi film, intervista Diego Armando Maradona.
Il più grande giocatore di tutti i tempi si mette a nudo, confessando i problemi personali avuti con la droga, lancia strali contro Havalange, Blatter, Matarrese e tutti i padroni del calcio.
Attacca, senza mezzi termini il governo imperialista americano e la politica della globalizzazione, tesse le lodi di Fidel Castro e di Chavez e prende nettamente le distanze da Margaret Thatcher, responsabile della guerra delle Malvinas-Falkland.
Ma il regista ci mostra anche un Maradona inedito, che canta in un locale al fianco delle due figlie una canzone a lui dedicata. In questa (parziale) ricostruzione della vita di Maradona,
Kusturica mostra la casa natale di Fiorito, inserisce dei filmati di repertorio con i suoi gol e le sue prodezze balistiche, lo trascina con sé in Serbia sul campo della Stella Rossa dove Maradona segnò un gol spettacolare con un pallonetto diabolico e mostra il campione argentino mentre bacia la Coppa del Mondo che vinse con l’Argentina.
Chiude in bellezza con la bellissima La vida tombola cantata da Manu Chao, dedicata al campione argentino.
Più che le gesta calcistiche del “pibe de oro” al regista interessa scoprire chi sia veramente Diego Armando Maradona e lo fa in punta di piedi, con rispetto ed ammirazione, senza mai forzare le domande, ascoltando, in silenzio, quello che il fuoriclasse argentino dichiara con sincerità e schiettezza, senza calcoli, filtri o menzogne.
Ne esce fuori il ritratto intimo e privato di un “rivoluzionario” che ha sempre pagato di persona per i propri sbagli, che non si è mai piegato al Potere e di un uomo legatissimo alla propria famiglia dalle umili origini, al popolo argentino ed innamorato del calcio.
Con grande ironia, Kusturica alterna alle dichiarazioni di Maradona delle simpatiche scenette; quella di due officianti della Chiesa Maradoniana che sposano una coppia che si dichiara fedele al credo del campione argentino, ci fa ascoltare delle versioni “laiche” dell’Ave Maria e del Pater Noster, rivisitate in nome di San Diego ed inserisce dei filmati d’animazione dove sbeffeggia, ironicamente, la Thatcher, il principe Carlo d’Inghilterra, Tony Blair e George Bush che cercano, invano, di sfidare su un campo di calcio Maradona.
Un docufilm appassionante, né enfatico, né stucchevole, le cui riprese iniziate nel 2005 sono terminate due anni dopo, anche per i problemi di salute che ebbe il campione argentino a cavallo di quegli anni.
Non mancano, alcuni spezzoni dei film dello stesso Kusturica, tratti dai suoi film (Ti ricordi di Dolly Bell, La vita è un miracolo, Gatto nero, gatto bianco, Papà è in viaggio di affari), dei filmati di repertorio in B(N con Maradona giovane calciatore che palleggia nel cortile di casa e quelli che mostrano l’accoglienza calorosa e festosa dei tifosi del Boca Juniores nello stadio Bombonera e dei tifosi napoletani al suo arrivo in città nel 2005.
Immancabili i filmati (mostrati più volte) del suo gol con “la mano de Dios” e quello proclamato “il gol del secolo” contro gli inglesi.
Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100 film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.
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