L’imperatore Claudio (Vittorio Caprioli), nipote di Caligola e suo successore, zoppo e leggermente balbuziente, è convinto che Messalina (Anneka Di Lorenzo) sia una moglie fedele.
In verità, lei, lo tradisce impunemente e, non paga, assolda Zenturio (Bombolo Bisone) e delle cortigiane per andare in giro per Roma e selezionare tra i futuri amanti gli iperdotati. La notizia che Messalina sia infedele è di dominio pubblico e consoli e luogotenenti fanno a gara a portarsela a letto.
Messalina adocchia Caio Sillo (Giancarlo Prete), amante di Agrippina (Lori Wagner), che non cede alla sua corte serrata, e le svela che andrà a letto con lei solo se lo sposa. Intanto tra gli assidui frequentatori di una laida taverna spicca Baba (Tomas Milian), un trucido che lancia strali contro l’imperatore; astuto e imbroglione, non paga l’oste, fa l’amore con sua moglie e sciorina battute volgari e con doppi sensi condite da un turpiloquio di bassa lega.
Messalina organizza, intanto con la complicità di Caio Sillo, un complotto per esautorare l’imperatore e regnare al suo posto. Claudio, scoperto la congiura, ordina di uccidere la moglie e il suo amante. Claudio si consola poi sposando Agrippina che, come Messalina, gli sarà infedele.
Corbucci utilizza le costose scenografie di Danilo Donati e Anneka Di Lorenzo e Lori Wagner, due attrici americane già presenti in Io, Caligola di Tinto Brass del 1977, oggetto di mille polemiche e controversie, circolato in diverse versioni e disconosciuto dagli sceneggiatori e dello stesso regista veneziano.
Il regista romano lascia che i personaggi si esprimano per acronimi e in un dialetto romanesco e sceglie, stranamente, un finale splatter.
Non mancano le scene di nudi femminili e largo spazio è affiato a Tomas Milian, che nei panni di Baba rifà il verso a Er Monnezza, personaggio creato dallo stesso regista per i suoi poliziotteschi.
L’attore cubano, con questo film è alla seconda e ultima apparizione nel filone delle commedie sexy, dopo l’episodio La cavallona in 40 gradi all’ombra del lenzuolo di Sergio Martino (1976). Tra gli interpreti Lino Toffolo, nei panni di Giulio Nelio, già interprete ne Il merlo maschio di Pasquale Festa Campanile (1971) e presente in diverse pellicole del filone.
Caprioli è perfetto nel ruolo dell’imperatore ingenuo che non si accorge dell’infedeltà della moglie e la crede casta e pura.
Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “La commedia sexy alla napoletana Enzo Cannavale, Vittorio Caprioli Carlo Giuffrè”, edito da Il Foglio Letterario – 2024
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