Los Angeles. Frankie Dunn (Clint Eastwood), scorbutico allenatore di pugili di grandi speranze, trascorre le giornate in una modesta palestra di periferia, al fianco del fido Eddie (Morgan Freeman), ex pugile tuttofare.
Dopo mille rifiuti; Frankie decide di allenare Maggie Fitzgerald (Hilary Swank), una tenace, testarda e ostinata trentunenne.
Determinata, ha coraggio da vendere, ma Frankie deve sudare per insegnarle i fondamentali della boxe. Maggie vince tutti gli incontri per knockout alla prima ripresa e Frankie, fa fatica a trovare delle avversarie
Non avendo altra scelta, decide di passarla a una categoria superiore ed, in breve tempo, la sua pupilla giunge a giocarsi il campionato mondiale di categoria con la temibile e feroce Billie (Lucia Rijker). E se il destino le giocasse loro un brutto scherzo?
Con questa storia amara, sofferta e commovente, tratto dai racconti Lo sfidante di F.X. Toole, Clint Eastwood firma il suo film più ispirato e mette al centro della vicenda una cameriera con un passato da dimenticare, decisa a scaricare rabbia, delusioni e frustrazioni sul ring.
Cocciuta e ostinata, riesce a sciogliere il cuore di Frankie, un orso che non aveva mai allenato nessuna donna prima di allora.
Dopo le prevedibili scintille i due finiranno per legarsi indissolubilmente.
Maggie è descritta come un animale selvatico alla disperata ricerca di qualcuno che possa prendersi cura di lei. Frankie, invece, come un solitario che vive senza una donna al fianco e con una figlia che non vede da anni.
A fare da collante ai due protagonisti, il silenzioso e saggio Eddie, al quale Eastwood affida con la sua voce off (forse) le più belle riflessioni sulla boxe.
Sin dalle prime battute s’intuisce che al regista interessa più narrare le vicende umane dei protagonisti che mostrare gli incontri di boxe, anche se i primi match della giovane boxeur sono ripresi con divertente ironia.
Venato da uno struggente pessimismo il regista sul finale punta a strizzare (fin troppo?) i cuori, mostrando Maggie, ridotta in fin di vita dalla scorretta ed antisportiva Billie e chiude la vicenda con la sofferta scelta di Frankie che, venendo incontro alla richiesta della sua pupilla, le procura la “dolce morte”.
Un film che riconcilia con il cinema classico americano dei vecchi tempi, che sarebbe stato praticamente perfetto, se Eastwood, in fase di montaggio avesse tagliuzzato la vicenda, specie nelle battute finali.
Premi: Oscar miglior film, regia, miglior attrice (Hilary Swank), miglior attore non protagonista (Morgan Freeman). Nomination Oscar miglior sceneggiatura non originale, miglior attore protagonist (Clint Eastwood), miglior montaggio (Joel Cox). David di Donatello 2005 miglior film straniero. Nastro d’Argento 2006 miglior film straniero, miglior doppiaggio (Adalberto Maria Merli. voce di Clint Eastwoood).
Per un approfondimento sul tema “Cinema e sport” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il campione recita”, edito da Absolutely Free.
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