Napoli nel cinema: gli anni Cinquanta

26 Maggio 2015 | Di Ignazio Senatore
Napoli nel cinema: gli anni Cinquanta
Senatore giornalista
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Messi da parte Napoli milionaria! (1950) e e Filumena Marturano (1951), diretti da Eduardo De Filippo, nell’ampio panorama di quegli anni, non potevano mancare i film musicali, antesignani dei musicarelli, genere che esploderà poi negli anni Sessanta. Messi da parte gli incolori Anema e core, con Mario Riva, Luna rossa di Armando Fizzarotti, …e Napoli canta! di Armando Grottini, Napoli piange e ride di Flavio Calzavara, Napule è tutta na canzone di Ignazio Ferronetti ed i divertenti Maruzzella di Luigi Capuano, Lazzarella di Carlo Ludovico Bragaglia e Carmela è una bambola di Gianni Puccini, merita una menzione speciale, Carosello napoletano di Ettore Giannini  (1953), premiato meritatamente al Festival di Cannes ed interpretato da Giacomo Rondinella, Aldo Giuffrè, Paolo Stoppa e Sofia Loren. Rimpolpano la schiera Napoli piange e ride (1954), diretto da Flavio Calzavara con Luciano Tajoli e Julia De Palma, Quando tramonta il sole (1955) di Guido Brignone, biografia romanzata del musicista e paroliere napoletano Salvatore Gambardella, con Carlo Giuffrè, Giacomo Rondinella, Alberto Rabagliati e la sensuale Abbe Lane, Classe di ferro è un film del 1957 diretto da Turi Vasile con Fausto Cigliano, Perfide, ma belle (1958), diretto da Giorgio Simonelli con Claudio Villa, Mario Riva e Rossella Como. Non possono mancare le commedie, a partire da Non è vero…ma ci credo (1952) di Sergio Grieco, tratto dalla commedia omonima del 1942, scritta da Peppino De Filippo, con Peppino, Titina e Luigi De Filippo ed i cult-movie Il medico dei pazzi (1954), tratto dalla farsa ‘O miedico d’e pazze di Eduardo Scarpetta, diretto da Mario Mattoli con un’esilarante Totò nei panni di Felice Sciosciammocca, L’oro di Napoli, prodotto nello stesso anno, tratto dai racconti di Giuseppe Marotta e diretto da Vittorio De Sica con un cast d’eccezione: Totò, Sofia Loren, lo stesso De Sica, Eduardo De Filippo e Silvana Mangano, la divertentissima trasposizione cinematografica di Miseria e nobiltà, omonima opera teatrale firmata da Eduardo Scarpetta, diretta da Mario Mattoli ed interpretata da un Totò, in assoluto stato di grazia ed, infine Questi fantasmi di Eduardo De Filippo. E’ del 1956 Totò, Peppino e la malafemmina di Camillo Mastrocinque con Totò, Peppino De Filippo, Dorian Gray e Teddy Reno. Seguono Milanesi a Napoli (1955) di Enzo Di Gianni, una commedia interpretata da Ugo Tognazzi nei panni di un industriale milanese che vuole impiantare a Napoli una fabbrica di “telepizze”, I ladri (1959) di Lucio Fulci con Totò, Fred Buscaglione e Giovanna Ralli. Al melodramma appartengono Il conte di Sant’Elmo (1950) di Guido Brignone con la “diva” Tina Lattanzi, Massimo Serato ed Anna Maria Ferrero, Graziella di Giorgio Bianchi, Calamita d’oro di Armando Fizzarotti, Le campane di Pompei di Giuseppe Lombardi. Tutt’altra atmosfera si respira in Ferdinando I, re di Napoli di Gianni Franciolini (1959), un film storico, dl taglio grottesco, interpretato da Peppino, Eduardo e Titina De Filippo, Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Nino Taranto e Renato Rascel, che mette, scherzosamente, alla berlina il “Re lazzarone”. E se Roberto Rossellini ci regala con Viaggio in Italia (1954), un  romantico e melanconico ritratto dei due protagonisti, a smuovere le acque un po’ stagnanti del cinema italiano ci pensa La sfida, pellicola d’esordio di Francesco Rosi  (1958), premiata meritatamente al Festival del Cinema di Venezia. Come è noto la vicenda narra dell’ascesa di Vito Polara, giovane napoletano senza scrupoli che, dopo aver tentato il contrabbando di sigarette, prova a fare il grande salto ed a scalare le vette di un’organizzazione criminale, capeggiata da Salvatore Ajello. Compaiono in quegli anni sugli schermi numerose pellicole dal taglio diverso; Ballata tragica di Luigi Capuano, un giallo con Beniamino Maggio e Tina Pica e gli immancabili drammi legati a storie di malavita, di uccisioni e vendette come Una donna ha ucciso (1951) di Vittorio Cottafavi, Carcerato di Armando Zorri (1951), Processo alla città (1952) di Luigi Zampa con Amedeo Nazzari e Paolo Stoppa, Noi peccatori (1953) di Guido Brignone con Ivonne Sanson, Lettera napoletana (1954) di Giorgio Pastina con Virna Lisi e Giacomo Rondinella, Accadde tra le sbarre (1955) di Giorgio Cristallini.

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