Ogni maledetta domenica di Oliver Stone – USA – 2000- Durata: 163’

9 Gennaio 2023 | Di Ignazio Senatore

Tony D’Amato (Al Pacino) è l’allenatore della squadra di football dei Miami Sharks, reduce da tre sconfitte consecutive. Il suo giocatore simbolo è il quarterback Cap Rooney (Dennis Quaid), costretto, per un infortunio, ad uscire dal campo. Stessa sorte al suo sostituto, ed allora scende in campo Willie Beamen (Jamie Foxx), un giovane dalle belle speranze. La squadra inanella la quarta sconfitta di fila, ma Cristina Pagniacci (Cameron Diaz), la proprietaria della squadra, succeduta al padre, super appassionato per il football, morde il freno ed in barba a sentimentalismi, attacca senza mezzi termini Tony ed, attenta ai profitti, medita, in gran segreto, di vendere la squadra. I Miami Sharks ritrovano la condizione e Beamen, con le sue prestazioni super, diventa l’idolo dei tifosi. I play off sono alle porte ed i Miani Sharks devono sfidare i Dallas. Ma i giochi non sono ancora finiti e Tony sta meditando di consumare una piccola vendetta ai danni della cinica e spietata Cristina.

Oliver Stone non è mai stato un regista dai mezzi toni e, nel dirigere uno dei film più famosi sul baseball, affronta, al par suo, uno degli sport più cari agli yankees. La sua visione è netta; il football è uno sport violento e spietato, al pari della società americana. Fedele all’idea tipicamente a stelle e strisce  che il football, più che un incontro sportivo, è una battaglia nella quale, un giocatore con ogni mezzo, deve lottare per battere l’avversario, mostra ripetutamente gli scontri violenti che regolano questo durissimo sport. Non a caso un giocatore, nel corso di una partita, ci rimette, un occhio, uno che esce in barella mezzo morto ed un altro si spezza la schiena e rientra in campo solo a fine torneo. Vincere è la parola d’ordine e, pur di raggiungere l’obiettivo, qualsiasi comportamento in campo è lecito. Maestro nel mostrare le scene agonistiche, girate in maniera spettacolare, lascia che la vicenda ruoti sullo scontro tra D’Amato, coach che ha speso tutta la vita per il football, fedele custode di un’idea dello sport romantica e di vecchio stampo, contrapposto alla pragmatica Pagniacci, una donna senza scrupoli, totalmente immune da ogni forma di sentimentalismo, attenta solo all’incasso ed ai guadagni. Come il genere impone, Stone punta su Beamen, astro nascente del football, per illustrare l’ascesa di un giovane campione che, raggiunta fame e successo, si monta la testa, tratta tutti dall’alto in basso e, ricevuto una bella lezione dai compagni di squadra, comprende che per vincere si deve giocare insieme. Il film non è esente da difetti ed il discorso, diventato ormai di culto, che Tony fa nello spogliatoio ai suoi giocatori, prima di entrare in campo per l’ultima sfida, trasuda di una retorica tutta americana. I dialoghi fanno centro ed Al Pacino merita da solo il prezzo del biglietto.

Per un approfondimento sul tema “Cinema e sport” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il campione recita”, edito da Absolutely Free.

 

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