Omaggio a Gian Maria Volontè

27 Novembre 2023 | Di Ignazio Senatore
Omaggio a  Gian Maria Volontè
Senatore giornalista
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Aveva una villa a Velletri, ma Gian Maria Volontè era di casa a Cori.  Milanese di nascita, fa il suo esordio al cinema nel 1960 con Sotto dieci bandiere di Duilio Coletti.

Il successo arriva con Per un pugno di dollari e con Per qualche dollaro in più di Sergio Leone.

Considerato uno degli attori più importanti della storia del nostro cinema, tra i più impegnati politicamente, simbolo del cinema di denuncia sociale, grazie anche alla sua magnifica interpretazione in Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri (1970), il film fu premiato con il premio Oscar come miglior film straniero.

Nel mio recente volume “Il cinema visto dal buco della serratura”, edito da Senza Linea, Giuliano Montaldo, che lo diresse nel memorabile Sacco e Vanzetti, racconta questo gustoso aneddoto che chiarisce come si calasse perfettamente nei suoi personaggi.

“Gian Maria era un attore eccezionale per come viveva il personaggio che doveva interpretare. Prima delle riprese di Giordano Bruno, andai a trovarlo nella sua casa di Fregene e scoprii che si rivolgeva a me, parlando in nolano.

La scena finale del rogo non potevamo girarla a Campo dei Fiori e andammo a Tarquinia. La sera prima, alle quattro di notte, piombò nella mia stanza e mi urlò: ”Come fai a dormire? Domani mi bruciano.” Si è buttato vicino a me e ha dormito al mio fianco.”

Dalla visione della sua sterminata filmografia vanno segnalate le sue interpretazioni per la regia di prestigiosi registi come Mario Monicelli, Damiano Damiani, Carlo Lizzani, Marco Bellocchio, Gillo Pontecorvo, Mauro Bolognini, Gianni Amelio, Francesco Maselli. Decisivi i suoi incontri con Francesco Rosi (Uomini contro, La classe operaia va in paradiso, Il caso Mattei, Lucky Luciano…), con Elio Petri (A ciascuno il suo, Todo modo).

Personaggio eclettico e fumantino, era noto anche per le bizze che faceva sul set. Divertente l’aneddoto riferito da Francesco Maselli.

Durante le riprese de Il sospetto Gian Maria si lamentò di essere convocato alle undici del mattino, mentre il resto della troupe arrivava molto prima.

Temeva di essere considerato un divo, intoccabile e viziato. Si decise allora di convocarlo insieme agli altri, ma dopo una settimana Gian Maria scatenò una polemica con il direttore di produzione, perché stava sul set per tre ore senza fare nulla. 

Qualcosa di simile avvenne quando gli fu concesso il camerino più spazioso e ne richiese uno identico a quello degli altri attori, Fu accontentato, ma pochi giorni dopo accusò la produzione di essere stato punito.”

A conferma del suo essere visionario, infine, questo aneddoto, riferito da Paolo Taviani;

“Volontè era all’apice della sua carriera, era un attore molto costoso, ma per Sotto il segno dello scorpione prese pochissimo. Quando arrivò sul set per preparare le riprese, per discutere il costume, la capigliatura, arrivò rasato a zero.

Eravamo inferociti, avremmo dovuto discuterne insieme e trovare una strada. Lo aggredimmo, ci venne incontro sorridendo e ci chiese scusa, ma era stato geniale. Io e Vittorio capimmo cha aveva fatto una scelta giusta.”

Articolo pubblicato sulla Rivista Il Corace – Dicembre  2023

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