Omofobia

14 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Omofobia
Senatore giornalista
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Il 17 maggio del 1990 l’Assemblea generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ cancellava l’omosessualita’ dalla lista delle malattie mentali.Sono passati quindici anni da allora ma, per l’immaginario collettivo, un gay continua ad essere considerato un soggetto affetto da una patologia mentale. Per abbattere questa ulteriore forma di razzismo, in Europa, più di trenta nazioni hanno aderito all’appello di dedicare il 17 maggio alla “Giornata Mondiale contro l’omofobia”. Tale termine deriva dal greco (όμός = stesso e φόβος = timore, paura) e significa letteralmente “paura nei confronti di persone dello stesso sesso” e più precisamente si usa per indicare l’intolleranza e i sentimenti negativi che le persone hanno nei confronti degli uomini e delle donne omosessuali. Essa deriva dall’idea che siamo tutti eterosessuali e che è normale scegliere un partner del sesso opposto. L’omofobia si manifesta con una battuta, con delle offese verbali, con dei riferimenti offensivi e denigratori nei confronti di certi comportamenti, considerati contro-natura o immorali. La religione cattolica, in primis, e successivamente la canzone, il cinema, la letteratura, il teatro ed un certo tipo di comicità, hanno rafforzato, nell’immaginario collettivo queste errate convinzioni.  Martin Schulz ha dato ufficialmente l’adesione del Gruppo dei Socialisti Europei a tale iniziativa. Per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema, “Stampa Alternativa” ha pubblicato, recentemente, un volume di Paolo Pedoti e Giuseppe Lo Presti dal titolo: “Omofobia- Il pregiudizio anti-omosessuale della Bibbia ai giorni nostri.” Manlio Converti è un giovane psichiatra napoletano (lavora presso l’UOSM di Mugnano di Napoli 2) e da anni, è impegnato in questa battaglia. Recentemente ha inviato a Romano Prodi delle sue proposte sul tema dell’omofobia ed il “professore” le ha prontamente pubblicate sul suo sito “La fabbrica delle idee”, nella Sezione Contributi ed alla voce “Pari Opportunità”. Perché si è rivolto a Romano Prodi per un tema come quello dell’omofobia? “La richiesta che ho rivolto a Romano Prodi non era a titolo personale ma a nome del costituendo Coordinamento Campano GBLT (Gay- Bisexual- Lesbian- Transgender) coordinamento già presente in tutt’Italia e nel mondo. L’omofobia è stata già inserita nella Costituzione del Sud Africa  e considerata una forma di razzismo. Molti paesi occidentali come la Francia e l’Inghilterra si stanno attrezzando per legiferare in questa direzione, mentre l’Olanda e la Svezial’hanno già fatto. In Italia, purtroppo, la macchina legislativa non è stata ancora messa in moto. L’unica eccezione la Regione Toscana che ha mosso degli importanti passi contro l’omofobia. Ma nelle altre Regioni “rosse” tutto è ancora bloccato. La speranza è che Prodi, in qualità di coordinatore della sinistra italiana, possa farsi carico di promuovere una legge in tal senso e faccia approvare, presso il Parlamento, il 17 maggio, come data ufficiale della Giornata italiana contro l’omofobia. Siamo certi che Grillini, presidente onorario dell’Arci-gay siede in Parlamento come deputato dei D.S ci darà una mano in questa direzione.”  Perché secondo lei tanta denigrazione nei confronti dei gay? “Da secoli l’omosessuale è stato sempre discriminato ed inviso alla religione cattolica, ai Mormoni, ai Testimoni di Geova e a tutti i borghesi benpensanti e bigotti. A proposito, sa perché ci chiamano finocchi? Durante la caccia alle streghe le nostre pire erano coperte di finocchi affinché i nostri corpi bruciassero più lentamente. E sa perché il nostro simbolo è un triangolo rosa? Perché nei campi di concentramento durante l’olocausto centinaia di migliaia di omosessuali avevano questo simbolo appuntato sul petto. Per secoli ci hanno accusato di voler distruggere la società con le nostre richieste di matrimoni civili. E che dire dell’efferata campagna denigratoria contro di noi dei cosiddetti Papa boys? E come non allarmarsi per i segnali poco confortanti che ci arrivano dal nuovo Pontefice? Nella sua professione essere dichiaratamente gay le ha creato dei disagi? “La mia esperienza diretta come psichiatra mi permette di avere chiaro il problema dell’omosessualità e di vederla non come una malattia, ma come una variante della sessualità umana. In base alla mia esperienza clinica, posso anche affermare che dietro un incoercibile ostilità contro l’omosessualità, si celano spesso conflitti non risolti con la propria sessualità.  Certo fa male leggere ancora oggi degli articoli “scientifici”, scritti da colleghi psichiatri e da psicoanalisti che, in barba alla decisione dell’OMS di quindici ani fa, trattano, di fatto, ancora oggi, l’omosessualità come una malattia mentale. Non compaiono, certo, più articoli che suggeriscono come cura per i gay, il trapianto dei testicoli o gli elettroshock ma il clima culturale che si respira intorno a questo tema, resta ancora pesante A riguardo, il mensile gay italiano “Pride”, nel suo numero di maggio, pubblica una lunga inchiesta sui presunti “guaritori” di questa “malattia” e ci ricorda come dalle stazioni di  Radio Maria si levano, costantemente, dei consigli e dei suggerimenti ai familiari di genitori gay per curare i loro figli malati ed infelici.

 

L’Articolo – Redazione napoletana del “L’Unità” – 15-05-2005

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