Once were warriors – Una volta erano guerrieri (Once were warriors) di Lee Tamahori –Nuova Zelanda – 1994 – Durata 99’ – V.M 14

16 Marzo 2020 | Di Ignazio Senatore
Once were warriors – Una volta erano guerrieri  (Once were warriors) di Lee Tamahori  –Nuova Zelanda – 1994 – Durata 99’ – V.M 14
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
0

Nei sobborghi degradati di Auckland vive Jake Heke (Temuera Morrison), detto la Furia, una montagna umana, vera forza della natura, che quando alza il gomito non è in grado di controllare i suoi violenti e distruttivi accessi d’ira. La moglie Beth (Rena Owen) è una discendente da una nobile stirpe Maori e cerca disperatamente di tenere salda la propria famiglia composta da due marmocchi, da Nig (Julian Arahanga), il maggiore, sempre in rotta di collisione con il padre, da Booge (Taungaroa Emil), un adolescente in attesa di processo per dei piccoli guai con la giustizia e dalla tredicenne Grace (Mamaengaroa Kerr-Bell), una ragazza chiusa ed introversa che ha come unici amici il proprio diario, al quale confida le proprie pene, e Toot,  un emarginato scoppiato che vive in un’auto ai margini della città. Alla vigilia del processo a carico di Booge, Beth é gonfiata di botte dal marito e per le percosse ricevute non può presentarsi in tribunale per testimoniare in favore del figlio. Il giudice comprende lo stato di degrado nella quale il minore é costretto a vivere, lo sottrae alla tutela dei genitori e lo spedisce in riformatorio. Nig si aggrega ad una banda di teppisti e Grace, dopo essere stata violentata dallo zio Bully (Cliff Curtis), fratello di Jake, s’impicca ad un albero nel cortile di casa. Beth trova allora la forza di abbandonare Jack e, decisa a riprendere contatto con le proprie radici, conduce con sé il cadavere della figlia nella propria terra ed alla presenza dei figli la seppellisce con un funerale Maori. Dopo aver letto il diario di Booge scopre la cruda verità, ritorna in città e spiattella tutto a Jack che massacra di botte il fratello.

Film duro e spietato che mette in campo il dramma di un intero gruppo familiare che vive con l’incubo costante che la violenza selvaggia e gratuita di Jack possa esplodere, da un momento all’altro, in tutta la sua devastante potenza e che sul finale si riscatta, ritrovando le proprie origini guerriere e la propria dignità. Lee Tahamaori lascia sfilare ad uno ad uno questi personaggi disperati che hanno imparato a combattere e a lottare, consapevoli che il mondo non ha previsto per loro un posto riservato, dal quale godersi lo spettacolo della vita. Trattata per anni come una schiava, dopo aver incassato percosse ed umiliazioni, Beth, madre coraggio, ingoia per anni ceffoni, calci e pugni e prima di abbandonare il marito, con coraggio e fierezza, a muso duro, gli urla :“Sei ancora uno schiavo Jack, schiavo dei tuoi pugni, schiavo del bere, schiavo di te stesso.”  Il regista lascia fuori campo la scena della violenza subita da Grace e la scena del suicidio, cruda ed inattesa, fa raggelare il sangue. Sullo sfondo le danze Maori, i loro tatuaggi e la fierezza di un popolo nobile che fu massacrato dai bianchi. Tratto dal romanzo omonimo di Alan Duff, autore di origine Maori. Rena Owen premiata al Festival di Montreal come migliore attrice. Il film ha avuto un modesto sequel Once were warriors Cinque anni dopo, diretto da Ian Mune.

Comments are closed.

Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi