Papa al tempo della CNN

14 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Papa al tempo della CNN
Senatore giornalista
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Morto un Papa se ne fa un altro. E’ questa una delle leggi ineluttabili del mondo. Eppure, all’inizio del Novecento, due giganti della cultura, partendo da due vertici opposti, avevano tentato di dar una spallata all’etica religiosa. Ci provò, dapprima, Karl Marx, fondatore della dottrina comunista. “La religione è l’oppio dei popoli”. Con questa sua lapidaria affermazione, il grande rivoluzionario sostenne che le Sacre (?) Scritture, in maniera volutamente ambigua e fuorviante, suggerivano ai poveri ed agli oppressi, di “non” cercare la felicità in questo mondo ma nel Regno dei cieli. Secondo il suo pensiero, la Chiesa, sin dalla sue origini, aveva svolto di fatto, una funzione politica di appoggio alla classe dominante e più che invitare i poveri a lottare contro la ingiustizie sociali, li aveva sempre ammansiti, istruendoli alla passività, alla rinuncia, al sacrificio. Poi venne Sigmund Freud, grande conoscitore dell’animo umano. Nei suoi scritti (“Totem e tabù” e ne “L’avvenire di un’illusione”) si interrogò sui possibili legami esistenti tra l’inconscio e la religione. Secondo il grande maestro viennese, il bambino, quando è piccolo, è incapace di prendersi cura di se stesso e dipende in maniera assoluta dalle cure della madre. Se questa si mostra come una nutrice, calda ed affettuosa, il piccolo potrà mettere da parte le proprie angosce e strutturare un atteggiamento fiducioso verso il mondo esterno. Man mano che il bambino cresce, scopre, però, che i propri genitori, che credeva invincibili ed onnipotenti, non possono nulla contro l’eterna debolezza e precarietà della condizione umana. Per porre riparo a questo stato d’angoscia, al bambino divenuto ormai adulto, non resta che credere nell’esistenza di un dio, infallibile ed onnisciente, che lo preservi per il futuro e si prenda cura di lui. La religione, quindi, secondo Freud, non è altro che un conforto, un’illusione. E’ l’uomo stesso che ha ideato questo pensiero magico, primitivo ed infantile, per negare la propria fatale impotenza di fronte alla morte. Nonostante gli illuminanti contributi di questi due grandi pensatori laici, la Chiesa cattolica regna ancora indisturbata e sovrana nel mondo. Mi si potrà obiettare che il gran numero di fedeli, pur professando la religione cattolica, in realtà, nutre una grande tensione verso l’Assoluto, verso un essere supremo (spesso individualizzato, sconosciuto e senza nome) e che questo bisogno interiore, presente in ogni singolo individuo, non deve essere confuso con i guasti derivati da una Chiesa schierata da sempre dalla parte del più forte ed in affari con il potere finanziario e politico. Che questa ricerca di Altro sia oggi presente nella gran massa delle persone, lo dimostra il numero enorme di “pellegrini” che si sono recati a Roma per offrire il loro personale tributo a Giovanni Paolo II. Nei giorni precedenti e successivi alla morte del Pontefice, è successo di tutto; speciali televisivi, inserti a più pagine sui maggiori quotidiani e magazine italiani, vecchie interviste ripescate negli scantinati della RAI, programmazione a tutto campo di vecchi documentari. Di fronte a questo imponente bombardamento mediatico, il regista italo-americano Francis Ford Coppola (autore della sagra de “Il padrino” e di “Apocalypse Now”) meravigliate? E’ il primo papa che è morto nell’era della CNN”. “Non si può regnare ed essere innocenti” affermava Sant- Just, nel 1792, nel suo Discorso alla Convenzione, ed in questa celebrazione post-mortem, nessuno (tranne rare eccezioni) si è sottratto al coro degli “yes man” ricordando gli innumerevoli errori dell’ex Santo Padre. Come dimenticare le sue ostinate posizioni tese negare l’uso dei preservativi alle popolazioni africane affette da AIDS, le sue imbarazzanti apparizioni in pubblico al fianco di Pinochet e di altri dittatori sparsi nel mondo, gli strani intrecci tra lo IOR (la banca Vaticana) il banchiere Calvi (assassinato, poi, a Londra) i servizi segreti deviati dello Stato e la camorra? Il nuovo papa? I teologi hanno già anticipato che Benedetto XVI, fedele custode della tradizione, non farà un passo in favore dell’eutanasia, del sacerdozio alle donne e all’uso dei contraccettivi. Mi auguro che almeno vieti (non come fece il suo predecessore) ai vescovi ed ai cardinali di benedire le navi che dovranno partire in futuro per le prossime guerre, siano esse in Iraq, in Afganistan od in qualsiasi altra parte del mondo.

da “La Voce della Campania” – Numero 5- Maggio 2005

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