Pontormo – Un amore eretico di Giovanni Fago – Italia – 2002 – Durata 97’

5 Maggio 2024 | Di Ignazio Senatore
Pontormo – Un amore eretico di Giovanni Fago – Italia – 2002 – Durata 97’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Firenze. 1555. Il pittore Jacopo Carrucci, detto il Pontormo (Joe Mantegna), al servizio del duca Cosimo de’ Medici, è impegnato nell’affresco della chiesa di San Lorenzo.

L’impresa lo impegna fino allo spasimo, anche perché, essendo ormai anziano, è ossessionato dall’idea di non poterla portare a termine. Il clima politico e religioso è incandescente e la Santa Inquisizione è diventata lo spettro di tutti gli artisti e dei liberi pensatori.

Pontormo, geloso delle sue opere, non permette a nessuno, tranne che al Priore di San Lorenzo (Toni Bertorelli) di vederle prima che siano finite.

Ma l’Inquisitore (Laurent Terzieff), temendo per le sue posizioni filo-luterane, non gli dà tregua e, quando Anna (Galatea Ranzi), tessitrice fiamminga, muta, alla quale il pittore ha commissionato un arazzo, e perché luterana, accusata ingiustamente di stregoneria, Pontormo, consapevole di poter essere accusato, a sua volta, di eresia, si batte per testimoniare in sua difesa…

Più che impaginare un biopic su Jacopo Carrucci da Pontormo, uno dei geni del manierismo del 500, il regista (O gancaceiro, Sulla spiaggia e al di là del molo) sembra voler descrivere quel periodo di grande fibrillazione che attraversò l’Europa ai tempi dello scontro tra Riforma e Controriforma.

Pontormo, infatti, si batte coraggiosamente perché sia rispettata la propria libertà artistica e rintuzza, a muso duro, l’Inquisitore, che vorrebbe censurare la sua opera, perché, come la Cappella Sistina michelangiolesca, mostra dei nudi che non si adeguano alla cultura cattolica dominante.

Ma forse, a ben vedere, il vero tema dominante del film è quello della morte (non a caso Pontormo, ormai anziano, non finirà l’opera e l’affiderà a Bronzino) e della precarietà delle opere d’arte (una parete dell’affresco si sbriciola, mostrando delle crepe).

Nei titoli di coda, il regista ricorda, infatti, che gli affreschi contestati furono poi cancellati nel 1738 dagli eredi del granduca Gian Gastone, ultimo della casata dei Medici, durante il lavoro di restauro dei muri che rischiavano di crollare per delle grosse fenditure.

Il riferimento nel titolo “all’amore eretico” lascia intendere che la vicenda ruoti intorno ad una tormentata e controversa storia d’amore, ma Cupido è assolutamente sullo sfondo e Pontormo e la sfortunata tessitrice non si scambiano neppure un candido bacio.

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