“Potevo essere Pelè ho scelto la libertà” di Ignazio Senatore – Absolutely Free Editore – 2019 – Introduzione

2 Dicembre 2021 | Di Ignazio Senatore
“Potevo essere Pelè ho scelto la libertà” di Ignazio Senatore – Absolutely Free Editore – 2019 – Introduzione
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Allo stadio ci andavo da bambino con mio padre, quando il Napoli faceva l’elastico tra la B e la Serie A. Erano gli anni di Pontel, Ronzon, Mistone e poi di Cané, Montefusco, Sivori ed Altafini. A farmi battere il cuore era Juan Carlos Tacchi, un argentino che aveva segnato qualche goal dalla bandierina del calcio d’angolo. Ma i miei idoli furono poi Claudio Bandoni, ai miei occhi un eroe per aver parato un rigore a Gianni Rivera ed Antonio Juliano, il primo calciatore napoletano convocato in Nazionale.

Ho sempre fatto il tifo per la squadra della mia città e per quelle più deboli che, eroicamente, come Davide contro Golia, hanno sempre lottato contro i poteri forti, contro le lobby economiche e finanziarie dai fatturati miliardari e dal monte ingaggi da favola.

Del resto, sin da piccolo, quando andavo al cinema a vedere un western, facevo sempre il tifo per gli indiani e non sopportavo gli spocchiosi, violenti e sleali cowboy.

Questo volume, originariamente, voleva essere un omaggio a quei giocatori “di sinistra” che avevano osato andare controcorrente. Alcuni esempi?

Matthias Sindelar, austriaco, si rifiutò nel ’38 di giocare nella nazionale dei due paesi, voluta da Hitler; Liliam Thuram smise di cantare la Marsigliese perché Jean Marie Le Pen disse che nella nazionale francese c’erano troppi “negri”; Egil Olson, giocatore norvegese dichiarò che “L’occupazione della Palestina è immorale e illegale.” E poi Socrates che, per protesta, indossava una bandana, vietata dalla FIFA e fu l’ideatore della “rivoluzione corinthiana”, dove calciatori e massaggiatori prendevano lo stesso stipendio ed, infine, Lars Bohinem, centrocampista della nazionale norvegese che, per protesta contro gli esperimenti nucleari francesi nell’atollo polinesiano di Mururoa, si rifiutò di giocare un’amichevole contro la Francia ad Oslo.

Abbandonata questa fascinazione, ho iniziato ad accarezzare l’idea di andare alla caccia di quei personaggi famosi con un passato dilettantistico nel calcio; Martin Heidegger che giocava all’ala sinistra, Jacques Deridda, Pier Paolo Pasolini in attacco ed Evgenij Evtusenko in porta.

Più costeggiavo questi territori e più si faceva poi strada in me il desiderio di ripescare quelle dichiarazioni di calciatori ed allenatori, di arbitri e presidenti, che avevano lasciato traccia nella mia memoria di spettatore televisivo, di internauta, di lettore di articoli di quotidiani e di autobiografie di calciatori ed allenatori. Ne è nato un volume ricco di battute sulfuree e divertenti, di riflessioni dal sapore romantico ed introspettivo, di arguzie a volte, al limite del non sense, e di amare confessioni, che fotografano, a mio avviso, appieno il variegato, luccicante e controverso mondo del calcio.

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