Prima che sia notte di Julian Schnabel – USA – 2000 – Durata 125’

28 Gennaio 2024 | Di Ignazio Senatore

Cuba. 1943. Sin da piccolo, Reinaldo Arenas mostra un innato talento per la scrittura. Dopo aver seguito i rivoluzionari che, trascinati da Fidel Castro, hanno spodestato il dittatore Batista, s’impiega in una biblioteca.

A venti anni Reinaldo (Javier Bardem) pubblica il suo primo romanzo, ma quello successivo, premiato nel ’69, in Francia, come miglior romanzo straniero, essendo stato pubblicato senza il permesso del governo castrista, è censurato.

Accusato di essere un ”contro-rivoluzionario”, subisce la confisca delle sue opere e, anche in ragione della sua omosessualità, é incarcerato, nel ‘73 nella prigione di El Morro assieme ai criminali comuni.

Sebbene le condizioni in galera siano disumane, Reinaldo stringe i denti e diventa ben presto il pupillo dei detenuti, perché scrive le lettere destinate ai loro familiari. Grazie all’aiuto di Bon Bon (Johnny Depp), un eccentrico travestito, riesce a far uscire fuori dal carcere i suoi scritti.

Scarcerato, quando Castro, nel maggio dell’80, concede a omosessuali, malati e detenuti comuni il permesso di lasciare Cuba, sbarca a New York assieme al fido Lazaro (Olivier Martinez). Ma, consumato dall’Aids….

Julian Schnabel (Basquiat, Lo scafandro e la farfalla, Miral, van Gogh Sulla soglia dell’eternità…) attinge all’autobiografia Before the Night Falls, (come recita il titolo originale del film), del famoso poeta cubano.

Il regista newyorkese ammanta il film di due toni; vivace, scanzonato e colorato, quando narra del giovane Reinaldo che, con entusiasmo, s’affaccia alla letteratura, e cupo, angosciante e disperato, quando mostra gli effetti devastanti dell’oppressivo regime castrista.

Schnabel sottolinea lo smarrimento degli artisti cubani che, in un paese affrancato da una dittatura, condanna ancora l’omosessualità e lascia intendere che il ribelle Reinaldo, per protesta, piuttosto che celare il proprio orientamento sessuale, lo esibisce, volutamente, fino ad esasperarlo.

Al di là del pamphlet fin troppo anticastrista, il regista fa grande uso di campi lunghi ed indugia (forse) un po’ troppo sulle sofferenze subite dal protagonista.

Grazie all’uso della voce fuori campo del protagonista, Schnabel lascia che lo spettatore sia inondato di alcune poesie del poeta cubano.

Cameo di Sean Penn che recita due ruoli; il travestito Bob Bon e il tenente Victor, e dei registi Hector Babenco e Jerry Slolimovski.

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