Miles Massey (George Clooney) deve la sua fama di miglior avvocato divorzista di Beverly Hills all’ideazione di un accordo prematrimoniale, blindato ed inattaccabile, che permette, in caso di separazione, al coniuge più ricco, di mantenere intatto il proprio patrimonio.
Massey si scontra tribunale con l’affascinante e sensuale Marylin Rexroth (Catherine Zeta-Jones), astuta mangiatrice d’uomini. Dopo aver colto Rex (Edward Herrman), il focoso marito in flagrante adulterio, Marilyn punta a impossessarsi di tutti i suoi beni.
Miles riesce a smascherarla e Marylin non ottiene la montagna di dollari che sperava. Sconfitta, ma non vinta, Marlyn decide di vendicarsi di Miles, intrappolandolo nella sua rete seduttiva.
Dopo averla sposata, Miles resta senza il becco di un quattrino ma, dopo una serie di colpi di scena, il classico lieto fine chiude la vicenda.
Con questa gustosissima commedia, i geniali fratelli Coen (Arizona Junior, Barton Fink, Mister Hula Hop, Il grande Lebowski, L’uomo che non c’era…) mettono alla berlina una delle ossessioni americane degli ultimi anni (i contratti prematrimoniali), e ci riportano indietro a quelle magiche atmosfere care alle “screenball” e “sofisticated commedy” tipiche del cinema a stelle e a strisce degli Anni 30 e 40.
La vicenda si snoda intorno ai due irresistibili protagonisti; da un lato l’attraente Marilyn, la classica avventuriera fredda e calcolatrice, e dall’altro Miles Massey, single di successo, che non ha rivali in campo professionale.
Grazie a un ritmo narrativo eccellente, a una cascata di battute e ai dialoghi scoppiettanti, il film scorre piacevolmente e sembra suggerirci che non c’è alcuna via di scampo per chi abdica all’emozioni e agli affetti.
Miles e Marilyn, infatti, pur possedendo una montagna di dollari, sono divorati dalla noia, sommersi dalla solitudine e attanagliati da un’insostenibile sensazione di vuoto.
Più che una graffiante commedia sulle insidie del divorzio, sul cinismo e sul disincanto imperante dei giorni nostri, il film vuole essere una caustica critica per chi crede che l’istituto del matrimonio più che un incontro tra due cuori sia soprattutto una transazione economica e commerciale.
La vera forza della pellicola risiede nella straordinaria capacità degli sceneggiatori di mostrare i frenetici giochi relazionali che scattano tra. i due contendenti.
Miles e Marylin, infatti, invece di dare ascolto alle loro sopite passioni amorose, danno vita ad una feroce escalation simmetrica che si traduce in un continuo stuzzicarsi, sfidarsi e rintuzzarsi.
Successivamente, dopo aver compreso che, per raggiungere i loro scopi, è preferibile adeguarsi in maniera complementare ai bisogni ed ai desideri dell’altro, mutano atteggiamento e fingono di mostrarsi comprensivi, sottomessi, docili e disponibili.
Ed è proprio in questa loro luciferina capacità di mutare improvvisamente registro emotivo, nell’ oscillare continuamente dai panni del lupo in quelli di agnello, la vera chiave del successo del film.
Da segnalare le apparizioni di Geoffrey Rush nei panni di un marito tradito, spennato da Massey, e di Bill Bob Thornton in quelli di un ricco texano circuito dall’irresistibile Marylin.
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