Sempre più difficile il mestiere di montatore. E’ ormai una tendenza impaginare film la cui trama, saltella insistentemente tra passato e presente. Lo conferma il film di Amanda Sthers, che ha tradotto sullo schermo il suo omonimo e fortunato romanzo. La regista francese, di origine tunisina, cita “La recherche” proustiana, “Il barone rampante” e “Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Calvino, i Joe Division e spara nelle prime scene il travolgente brano “Steppin’ out” di Joe Jacskson. Il resto è una banale e noiosa storia d’amore. Un legnoso Favino, nei panni di Alexandre, esperto di libri antichi, sposato con Bianca, è alla vana ricerca di se stesso e della felicità. Ad una festa incontra Laura (Kelly Reilly), gallerista d’arte in procinto di sposarsi, tormentata e indecisa quanto lui. E’ il classico colpo di fulmine ma… I momenti migliori del film? Quando le lancette del tempo scorrono all’indietro e mostrano Alessandro bambino e adolescente. Nel cast Jean Reno, nei panni del nonno di Alexandre.
Recensione pubblicata su Segnocinema- N.237- Settembre-ottobre 2022
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