Quelle sporca ultima meta di Robert Aldrich – USA – 1974 – Durata: 122’

8 Gennaio 2023 | Di Ignazio Senatore
Quelle sporca ultima meta  di Robert Aldrich – USA – 1974 – Durata: 122’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Paul Crewe (Burt Reynolds), ex campione di football americano, stanco della relazione con l’amante, la pianta ed ubriaco, si mette alla guida ed, a folle velocità, semina le auto della polizia. Arrestato, è condannato a diciotto mesi di prigione e finisce nel carcere diretto da Rudolph Hazen (Eddie Albert), un uomo senza scrupoli, appassionato di football, con un sogno nel cassetto; vincere il campionato riservato agli istituti di pena. La squadra è allenata però dallo spietato Knauer (Ed Lauter), un severo ed intransigente capitano, che in carcere fa il bello ed il cattivo tempo. Hazen stravede per Crewe e gli offre di allenare la squadra;  Knauer minaccia Crewe e gli suggerisce di stare alla larga dalla squadra. Per evitare complicazioni con il perfido Knaurer, Crewe rifiuta la proposta del direttore ma, dopo essere stato impiegato per qualche tempo ai lavori forzati, accetta e non si oppone alla proposta di Hazen di una sfida tra detenuti e guardie carcerarie. Crewe dovrà superare dapprima le resistenze dei carcerati che però, stimolati dall’idea di poter “picchiare” gli odiosi carcerieri, accettano entusiasti. Crewe può contare, come vice allenatore della squadra, su Nate Scarboro (Michael Conrad), vecchia gloria del baseball e su Caretaker (James Hampton), abile a fornirgli divise e quanto altro possa servire alla squadra. E’ il giorno dell’attesissima partita. Ma Hazen non vuole correre rischi ed ha in mente una trappola per incastrare Crewe, noto agli onori della cronaca, per aver venduto una partita e fatto perdere la squadra nella quale giocava…

Robert Aldrich (Un bacio e una pistola, Che fine ha fatto Baby Jane?, Piano…piano dolce Carlotta…) mescola il classico prison-movie con il film sportivo, (il cui titolo in italiano fa il verso a Quella sporca dozzina, uno dei suoi film più famosi) ed annovera due sequel; il convincente Mean machine di Barry Skolnick, 2001, ambientato nel mondo del calcio ed il pallido L’altra sporca ultima meta di Peter Segal nel 2005. Sin dalle prime battute lo spettatore non è spinto a fare il tifo per i tutori dell’ordine, descritti come delle persone, sadiche, prevaricatrici e privi d’umanità, ma per coloro che sono stati rinchiusi in carcere per aver commesso degli efferati delitti. Aldrich, non solo ribalta i ruoli dei “buoni “ e dei “cattivi”, ma s’affida ad un ironico e scanzonato Crewe, una simpatica faccia da schiaffi che vorrebbe trascorrere in pace i mesi da scontare in galera e che, invece, suo malgrado, è costretto a mettersi in gioco e a dare una severa lezione  ai perfidi e violenti carcerieri.

Per un approfondimento sul tema “Cinema e sport” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il campione recita”, edito da Absolutely Free.

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